
Ecco le parole del nuovo attaccante bianconero a La Stampa, parole piene di amore per la Juventus, un giocatore entusiasta di vestire bianconero “Diciamo che stiamo facendo un cammino un po’ strano: speravamo di prendere una strada diversa, dopo le vittorie con Cagliari e Inter. Difficile trovare una risposta. Ora abbiamo una grande possibilità, con il Milan”. Il giornalista, Massimiliano Nerozzi, gli domanda perché i tifosi debbano avere fiducia: “Lo so, non è facile. E capisco il loro umore: ma se avranno fiducia, ne daranno anche a noi. Mi sono rivisto le partite in tv, di più quella con il Bologna. E mi ha confermato che dopo il primo tempo stavamo gestendo bene la partita. Le pressioni ci sono, ed è giusto, ma forse le facce erano abbacchiate perché non eravamo stati molto fortunati, anche se non do colpa al destino. Noi montati dopo l’Inter? Non credo proprio, non c’era motivo: anche battendo l’Inter eravamo fuori dalla zona Champions“. Quanto le pesa la maglia della Juventus? “Segnare subito è stato un bell’aiuto, ma so che devo continuare. E invece sono già due partite senza gol, anche se adesso è l’ultimo dei miei pensieri: ci servono risultati. Di solito cerco di stare traquillo, però è impossibile non pensarci. Ibra e Cassano? A dicembre mi chiesero di loro, sono due campioni, e io risposi che sarebbe stato bello giocare con loro. Con Toni ci diamo le coordinate, giochiamo insieme da poco. Va bene così: Luca prende un sacco di botte, fa da scudo. Avrei fatto meglio andare al Milan? Solo perché la classifica dice questo, ma stiamo parlando della Juve. Pentito? Non scherziamo: all’offerta della Juve, mai avuto un dubbio. Da quando vado in campo, tutti tifano per la squadra dove gioco. Poi è vero, milanista era papà Luigi, e io. Unica eccezione mio fratello, Alberto, interista”. La partita contro il Milan è particolare per Alessandro, cresciuto proprio nel settore giovanile rossonero “Dodici anni in rossonero, ci arrivai che stavo negli esordienti. Nel 2004 lasciai il Milan. Paura di non sfondare? Sì, ci ho pensato. Poi però c’era anche il piacere di avere un’altra società che credeva in me: alla fine, la presi come una sfida. Sono un tipo ottimista. Giocare contro il Milan? La prima volta fu molto strano, ma poi gli anni hanno anestetizzato molto“. Nerozzi gli fa presente una definizione datagli dal The Guardian: “Vediamo se Matri da playboy diventa un grande giocatore“. Scocciato? “Vediamo se lo divento. Comunque playboy non mi sento. Poi quando ti metti dentro una storia del genere (con la velina Federica Nargi, ndr) devi essere pronto al gossip: quando è esagerato, però, dà fastidio. Chi mi dà i voti sul campo? I tre che stanno in tribuna: papà, il suo amico Paolo, e mio fratello: i miei tre critici personali. Se sbaglio mi tormento, tutti i giorni successivi. Dopo Palermo è stato un inferno. Ripensi a quante volte hai segnato in quel modo e perché invece hai sbagliato. Quel che ho me lo sono meritato, fortunatamente. E un po’ di fortuna l’ho avuta nel salto dalla B alla A, perché a Rimini non avevo fatto sfracelli. I migliori adesso sono Ibra ed Eto’o. A Ibra invidio le doti tecniche ma è scontato, allora dico la sfrontatezza, quasi il menefreghismo, la personalità che ha nei confronti della squadra. Lo si nota anche da fuori, che è il leader della squadra. Io sono più timido. Il mio idolo da piccolo era Van Basten, meglio lui di Ibra. Anche se il calcio è cambiato. Chi leverei al Milan? Boateng. Ha capito il gioco di Allegri, che conosco“. Già Allegri. Se Matri è maturato a tal punto di essere chiamato da una big, il merito è anche del tecnico ex Cagliari. Lo ha sentito? “Sì, ma non questa settimana. Il mister mi chiamò anche per farmi i complimenti quando sono arrivato qui. Abbiamo un bel rapporto, ma non mi permetterei mai: anzi, dà più consigli lui a me“. Quali Milan-Juve mi ricordo? “Ne ho visti tanti. Il 6-0, poi un gran gol di Weah. A San Siro facevo il raccattapalle, e tifavo Milan. Lo sognavo: una vita senza sogni sarebbe triste, ma non so quanto ci credevo di arrivare a certi livelli. Il sogno si è fatto realtà dopo Juve-Inter. Da quando gioco, il gol più importante. E se segno al Milan?In questo momento sarebbe più importante per la classifica, che per me. Ma esulterei come un pazzo, su questo non c’è dubbio“.