Moggi: “Avrei mandato subito via Conte. Allegri? Aprirà un ciclo con la Juventus”

Luciano Moggi da dagospia.com
Luciano Moggi da dagospia.com

Luciano Moggi ha rilasciato una lunga intervista a GiovanINrete, soffermandosi ovviamente su quanto avvenuto in casa Juventus negli ultimi giorni:

Si aspettava queste dimissioni di  Conte ?

Qualcosa circolava nell’aria già dopo la conquista del secondo scudetto.  Conte reclamava una squadra per la coppa campioni, ma la  Juventus non poteva aderire a questa richiesta. La società tiene il budget economico e sa cosa si deve fare e dove poter arrivare, Conte non immaginava che la dirigenza tenesse conto dell’aspetto economico ma solo di quello sportivo.

Quali sono le cause che hanno portato a questo addio?

Immagino che il discorso sia stato  legato alla vendita dei giocatori e alla mancata acquisizione di altri. Se per fare cassa ti offrono 50 milioni il calciatore lo devi dare via, poi ne devi trovare uno alla pari e forse ora non c’è. Conte probabilmente non la pensava cosi. La società resta, l’allenatore va e viene.

Quindi è stata l’evenutale cessione di Vidal ad aver spinto il tecnico a lasciare?

Conte voleva Morata ed il calciatore è arrivato, Iturbe non interessava perchè un contropiedista non serviva alla Juve. Ora sarà  interessante vedere la Roma con due contropiedisti e soprattutto come riuscirà a sbloccare le partite in casa. Iturbe è buon giocatore: particolare perchè adatto a chi si difende e non a chi attacca. La cifra spesa è stata comunque spropositata. Probabilmente sulla scelta di Conte ha inciso la  ventilata cessione di giocatori importanti.

Il fatto che Conte non sia stato accontentato sul mercato, basti  pensare a Sanchez finito all’Arsenal, può aver contribuito alla sua scelta?

L’allenatore non può fare cose del genere se un calciatore richiesto  non arriva. Vi è stato un inversione di ruoli: Conte si è sentito il datore di lavoro e non il  dipendente. La  colpa è stata della società che non ha fatto valere la sua immagine e la sua forza.

Secondo lei, quando Conte ha pensato per la prima volta di lasciare la panchina bianconera?

Se fossi stato nella società bianconera e Conte avesse manifestato questo pensiero, Io l’avrei mandato subito  via.

Come vedrebbe Conte e Agnelli in nazionale? Insieme potrebbero riportare il calcio italiano ad alti livelli?

Si, li vedrei bene. Andrea Agnelli è nato nel calcio e lo vedrei bene per ristrutturare la federazione. E’ stato 12 anni con noi e sa perfettamente come operare. Conte, invece,  è un ottimo allenatore. Sarebbe un  binomio che riporterebbe il calcio in una certa maniera,anche se l’unico che salverei in federazione è proprio Tavecchio perchè ho conosciuto il suo modo di lavorare. Ha preso il  settore dilentattico e l’ha portato ad essere un  fiore all’occhiello. Ha cominciato dal basso e sa come si lavora.

A Conte cosa  consiglierebbe di fare adesso?

Gli consiglierei di calmarsi un pò, un anno sabatico potrebbe essere la soluzione.

Quindi, almeno per adesso, non vede Conte sulla  panchina della nazionale?

Conte prenderebbe meno di ingaggio in nazionale, di solito ci si va quando si è piu in là con l’età.

Torniamo alla Juventus, come vede Allegri sulla panchina bianconera?

Allegri lo vedo bene, infatti con il Milan ha vinto uno scudetto prima che gli fosse stata smantellata  la squadra. Senza i campioni:Tiago Silva, Ibrahimovic, Gattuso e Ambrosini, mancava l’imput per vincere. Lui ha fatto tutto quello che poteva fare.

Si è parlato anche di Spalletti e Mancini per la panchina bianconera, perchè scegliere Allegri?

Mancini sarebbe stato contestato per il  suo passato nerazzurro, mentre Spalletti è una linea inferiore rispetto ai due tecnici.

Perchè i tifosi della Juventus hanno contestato la scelta di Allegri?

Sono scettico perchè i tifosi devono fare i tifosi e la società deve fare la società. Ovviamente se la squadra dovesse andare male allora la contestazione è lecita, ora no. Ricordo che quando portai Ancelotti mi dissero che avevo portato un ‘maiale’, io risposi: ‘allora il maiale allenerà la juve’. Ebbene, Ancelotti diresse due campionati che per pura sfortuna non furono vinti.

Pirlo con Allegri va via?

Tutte stupidaggini. Pirlo fu mandato via a parametro 0 dal Milan e non da Allegri, il quale non gli preferiva Van Bommel. Il problema fu portare Van Bommel preferendogli Pirlo.

Allegri può far meglio in Europa rispetto a Conte?

La Juve di Conte fu eliminata dal Bayern campione d’Europa l’anno scorso. In campo europeo, sotto la gestione Conte, i bianconeri non hanno poi fatto cosi male. La Juve di Allegri non sarà tra le piu forti, ma farà decentemente in Champions League, anche se non ha chances di vincere.

In campionato è sempre favorita la Juventus?

Ora si, ma la Roma ha acquisito esperienza con Ashley Cole. Iturbe, invece, è un giocatore interessante ma da vedere. Giocare con il Verona è un conto, con una grande un altro. La Juventus è una buona squadra, bisognerà vedere le altre come si rinforzeranno fino a fine agosto.

La Roma è la regina del mercato?

Sicuramente la Roma è la squadra che si è mossa meglio. Ha fatto le  cose in grande, anche se manca ancora qualcuno: quando manca Totti, ad esempio, la Roma ne risente molto. Serve un centrale, ma cosi facendo uno dei due contropiedisti(Gervinho o Iturbe) dovrebbe star fuori. .

Chi tra Pastore, Jovetic e Lamela potrebbe essere un valore aggiunto per la Juventus?

 Pastore è una mezzapunta, Jovetic potrebbe essere un’idea, ma nessuno di loro migliorebbe la Juve, al massimo rimpinguerebbero la panchina.

E’ possibile immaginare una stagione di transizione per la Juventus, un pò come il Manchester United che da Ferguson è passato a Moyes?

La società è la componente piu importante: se funziona, funziona tutto. Con allenatori peggiori ho vinto il campionato, il problema è che la società abbia un presidente che capisca di calcio.

Vi sono delle basi per aprire un ciclo con Allegri?

Il progetto prosegue: è stato attivato con Conte e come si trattavano i  giocatori prima  possono essere trattati  ora. La Juventus è ancora la squadra  piu forte di tutti, in Italia. Allegri lo vedo a lungo.

Vede delle similitudini di gioco tra il Milan di Allegri e quello di Conte alla Juventus?

Conte ha attuato un calcio prettamente agonistico dove si correva piu degli altri per arrivare  primi sulla palla; l’altro ha un gioco che deve essere esperito dai suoi uomini. Entrambi i moduli sono funzionali ai giocatori della Juventus: Tevez, Chiellini, Bonucci, Lichesteiner, Llorente non avranno problemi di gioco perchè hanno dei buoni piedi.

Come vede Inzagni sulla panchina del Milan?

Inzaghi ha carattere, è un condottiero. E’ alla sua prima esperienza, ma lo vedo bene. Gli auguro di lottare per vincere il campionato.

Perchè il Milan ha mandato via Seedorf che nel girone di ritorno ha conquistato una media punti pari a 1.87?

Il Milan ha mandato prima via Allegri e poi Seedorf in meno di un anno. Ciò dimostra che la società rossonerà è in confusione.

Si è parlato di un possibile trasferimento di Del Piero al Celtic Glagow, lei come lo vedrebbe in Scozia?

Del piero è un personaggio serio, ha idee e lo vedrei come allenatore. Per quanto riguarda un suo possibile trasferimento al Celtic dipenderà dalla sua condizione fisica.

Fonte: TuttoJuve.com

Ufficiale: Alvaro Morata è un nuovo giocatore della Juve

Alvaro MorataAlvaro Morata è un nuovo centravanti della Juventus. Nel primo pomeriggio l’attaccante spagnolo, proveniente dal Real Madrid, ha firmato il suo nuovo contratto con il club bianconero. Ecco il comunicato ufficiale con tutti i dettagli relativi all’operazione:

“La Juventus comunica di aver raggiunto l’accordo con il Real Madrid per l’acquisizione a titolo definitivo del diritto alle prestazioni sportive del calciatore Alvaro Borja Morata Martin a fronte di un corrispettivo di € 20 milioni pagabili in tre esercizi.

L’accordo prevede, inoltre, un diritto di opzione per il Real Madrid, esercitabile o al termine della stagione 2015/16 o al termine della stagione 2016/17, per il riacquisto a titolo definitivo del diritto alle prestazioni sportive del calciatore Alvaro Morata a predeterminati valori, fino ad un massimo di € 30 milioni, in funzione del numero di partite che il calciatore avrà disputato con la Juventus nella stagione di esercizio del diritto”.

Nedved: “Conte era stanco, niente di vero sulle sue dimissioni. Non vendiamo nessun big”

Pavel Nedved da Calciomercato.com
Pavel Nedved da Calciomercato.com

Pavel Nedved, in un’intervista rilasciata ai colleghi cechi, ha spiegato i motivi della separazione tra la Juve ed Antonio Conte. Ecco le sue affermazioni. “Antonio ha dato le dimissioni perché non aveva le energie per continuare non per disaccordi con la dirigenza. Voleva già dimettersi a maggio, ma avevamo parlato e si era convinto di pensarci durante le vacanze. Quando è tornato ha deciso che non voleva continuare. Niente – ha dichiarato – di quello che hanno detto i media sulle sue dimissioni è esatto, Conte era semplicemente stanco… La sua decisione ci ha sorpreso, anche se a fine stagione ce lo aveva già detto. Il mercato e le strategie – ha concluso – adesso non cambiano: non abbiamo intenzione di vendere nessun giocatore importante“.

Fonte: TuttoJuve.com

MORATA a Torino: “Felice di essere qui”. Domani visite mediche e presentazione ufficiale

MorataIl suo arrivo era atteso in serata e puntualmente Alvaro Morata si è materializzato a Torino. L’attaccante spagnolo, appena atterrato sul pianeta bianconero, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Sky: “Sono felice di essere qui”, ha affermato il centravanti, arrivato con un volo privato, in compagnia della famiglia e dell’agente Lopez. Morata è stato accolto da una decina di tifosi. Domani mattina sosterrà le visite mediche e nel pomeriggio sarà presentato ufficialmente.

Fonte: TuttoJuve.com

 

Marotta, Paratici colpiscono ancora: preso Carlos Blanco Moreno. Oggi visite e firma, domani primo allenamento

carlosmarottaIl mercato della Juventus sembra essersi sbloccato con l’arrivo di Massimiliano Allegri. In attesa dello sbarco a Torino di Alvaro Morata e Roberto Pereyra, la dirigenza bianconera ha piazzato un importante colpo, ingaggiando a parametro zero il promettente difensore centrale destro classe 1996, Carlos Blanco Moreno. Marotta e Paratici hanno strappato il giovane catalano – definito il nuovo Piquè – al Barcellona, bruciando il Real Madrid, il Tottenham e la Roma. Fondamentale il lavoro svolto dal capo degli osservatori esteri della Juventus, Javier Ribalta. Nella giornata di ieri, i giallorossi hanno tentato un ultimo disperato assalto al talentino spagnolo, offrendogli un ingaggio superiore a quello proposto dai bianconeri. Il ragazzo, però, assistito dall’omonimo padre, che di professione fa l’imprenditore, ha scelto i Campioni d’Italia. Oggi ha superato le visite mediche ed entro la serata firmerà il contratto che lo legherà alla Vecchia Signora per le prossime tre stagioni. Domani sosterrà il primo allenamento. Carlos Blanco Moreno è stato colonna e capitano del Juvenil B del Barça, che ha conquistato l’ultimo titolo di categoria. 

Fonte: TuttoJuve.com

Juve, Vidal: «Futuro? Dovrò parlare con Allegri»

Arturo Vidal © foto di Daniele Buffa/Image Sport da TuttoJuve.com
Arturo Vidal © foto di Daniele Buffa/Image Sport da TuttoJuve.com

Arturo Vidal. Il centrocampista bianconero ha parlato dal Cile (dove ha inaugurato il centro sportivo Club Chicureo) del suo futuro senza dare certezza ai tifosi della Juve: «Ora non posso dire niente – le sue parole a ‘La Cuarta’ -, non posso dire se il mio ciclo alla Juve sia finito. Ho sentito dell’interesse del Real e dello United ma è il mio procuratore ad occuparsi di queste cose. Finite le vacanze parlerò con il nuovo tecnico. Se resto, continuerò a lavorare bene».

Fonte: Tuttosport.com

Torino, ufficiale l’acquisto di Quagliarella

QuagliarellaTORINO – Il Torino ha ufficializzato l’acquisto di Fabio Quagliarella dalla Juventus. Firmato un contratto triennale. Al club bianconero vanno 3 milioni di euro. Ecco la nota apparsa sul sito della società granata: «Il Torino Football Club è lieto di comunicare di aver acquisito a titolo definitivo dalla Juventus FC il diritto alle prestazioni sportive del calciatore Fabio Quagliarella».

IL GIOCATORE – Quagliarella commenta entusiasta la notizia del suo trasferimento: «Da oggi – si legge sul suo profilo twitter – ri-inizia un nuovo capitolo con la maglia del Toro!»

Fonte: Tuttosport.com

C’è poco da stare Allegri

Antonio ConteSi lo so la battuta è scontata ma se non fosse per la fiducia in questa gestione Agnelli-Marotta di certo vedere un “vincente” Allegri sulla panchina della Juve e vedere partire Antonio Conte fa un certo effetto.

In questa giornata abbiamo visto andare via un allenatore che è uno dei pochi a riuscire a dare veramente qualcosa in più alla squadra, a infondere continua grinta ai giocatori. Al suo posto? Un allenatore normale che è stato battuto da Conte con una squadra che quell’anno era forse meno forte del suo Milan. “C’è poco da stare allegri” è una battuta che ricorre spesso negli stati facebook dei tifosi bianconeri ma sembra essere la pesante verità che ci lascia questo abbandono.

Come se non bastasse vediamo impantanata la trattativa per Morata ed Evrà e ci troviamo Iturbe alla Roma. Con un mercato che sembrava prendere il volo con tre grandi acquisti e invece ora lo vediamo bloccato che deve ancora decollare.

Come possiamo strappare un sorriso? Gli anni di successi coincidono non solo con l’arrivo di Antonio Conte, sicuramente determinante, ma con l’arrivo del duo Agnelli-Marotta. Visto come hanno trasformato questa Juve (anche con la scelta del capitano condottiero) da una squadra da settimo posto, a regina incontrastata del campionato italiano un certo credito lo hanno ottenuto. Ora le rivali sembra che si stiano rafforzando e la Juve sembra abbastanza ferma, ma forse c’è bisogno di attendere ancora cosa potrà fare uscire dal cilindro il mago Marotta. Direi che almeno un briciolo di fiducia la merita.

D’altronde l’abbandono di Conte non fa grande onore al nostro condottiero. Da ringraziare per carità, ha dato un bellissimo volto a questa Juve, l’ha plasmata come nessun altro avrebbe fatto. Ma lasciare una squadra a inizio preparazione non è proprio da innamorato e tifoso. Ancora di più se fosse andato via a causa del mercato. Un allenatore che ama una squadra se ne va se questa non ha tanti soldi da investire? O non riesce a portare i giocatori che vuole? Marotta dice che non è il mercato il motivo dell’abbandono del condottiero Antonio. Lo spero, però in ogni caso poteva svegliarsi prima se veramente erano finiti gli stimoli invece di lasciare la Juve nel bel mezzo del mercato.

Ora? Non vi nego che come molti un po’ di tristezza nell’immaginarsi una panchina senza Conte che grida, senza quella fiducia ormai consolidata in lui e nelle sue scelte. Una panchina con un Allegri che non mi è mai piaciuto, (mi è sempre sembrato un allenatore normale) e che non è un pozzo di simpatia (come scordarsi le polemiche sul gol di Muntari) mi mette veramente tristezza. Però la fiducia in chi fino ad ora ha fatto bene il suo lavoro non può mancare, e poi non sempre gli allenatori antipatici poi non vincono. Su non mi verrete a dire che Capello era uno simpatico? Speriamo nel meglio e a questo punto appoggiamo il nostro nuovo allenatore e stiamo Allegri.

Antonio si è dimesso

Antonio ConteLa Juventus, attraverso il sito ufficiale, ha comunicato la risoluzione del contratto con il tecnico Antonio Conte. Il presidente bianconero Andrea Agnelli lo ha ringraziato con una lettera aperta:

Caro Antonio,

Sei stato un grande condottiero per i nostri ragazzi e la notizia di oggi mi rattrista enormemente.

Penso ai tre anni trascorsi insieme, tre anni che ci hanno portato a scrivere la storia di questa Società: tre scudetti consecutivi, due Supercoppe italiane, ma sopratutto un percorso di crescita esponenziale.

Ma di fronte ai sentimenti e alle ragioni personali anche un Presidente deve fare un passo indietro.
Sono passati oggi solamente due mesi dall’ultima grande vittoria e la Juventus deve continuare il suo percorso. Si riparte da zero. Da zero punti in classifica, come gli altri, e da zero vittorie.

Ma questa società è dotata oggi di un gruppo dirigente giovane, preparato e coeso che in questi anni ha saputo trovare l’ambizione e la determinazione per conquistare ogni traguardo.

La Juventus riparte da un gruppo di atleti di grande talento e professionalità, che saprà mettersi a disposizione del nuovo tecnico per continuare a scrivere il presente e il futuro. Alla storia dei colori bianconeri hai contribuito anche tu e so che, qualunque scelta tu faccia, la notizia di una vittoria juventina ti strapperà sempre un sorriso.

Beppe, Fabio, Pavel ed io, insieme con tutti i giocatori, i dirigenti e i dipendenti continueremo a lavorare giorno e notte perché questo è ciò che meritano i tifosi juventini, che merita la Juventus. E chi ci lavora sa di dover essere ogni minuto all’altezza di questa grande società.

Grazie di tutto Antonio.

Fino alla fine…

POTENZA DI FUOCO 2014-15: IL MERCATO PIÙ DELICATO

marottaNon è facile il mercato della Juve di quest’anno. Le scelte fatte lo scorso anno, rivelatesi eccellenti dal punto di vista sportivo, hanno di fatto rimandato di un anno – e ingrandito – il problema di raggiungere un equilibrio economico sostenibile. A differenza dell’anno scorso però, il problema quest’anno non è più rimandabile. Succede questo: un anno fa, cioè a giugno 2013 – la Juve ha un patrimonio di 50 milioni scarsi. È quello che è rimasto dell’ultimo aumento di capitale del 2011 al netto delle perdite accumulate. Questa cifra è – sostanzialmente – il massimo livello di perdite che potevano ancora essere sostenute prima di iniziare a fare utili o prima di essere costretti a fare un altro aumento di capitale. Ora, il conto economico di una società di calcio è relativamente semplice. La Juve, attualmente, escludendo la Champions, ha ricavi ricorrenti (cioè contrattualizzati o comunque prevedibili) di circa 210 milioni. Una quarantina dallo stadio, una cinquantina dagli sponsor, un centinaio dai diritti TV italiani e una ventina da altro (museo, iniziative commerciali etc.). Con la Champions diventano fra i 250 e i 270, a seconda dei risultati che si raggiungono. Siccome ha costi non legati alla gestione calciatori di circa 90 milioni, il conto è presto fatto: per essere in equilibrio la gestione calciatori, la famosa “potenza di fuoco” (stipendi + ammortamenti – plusvalenze) , deve rimanere fra i 160 e i 180 milioni, a seconda di come va la Champions. Non rispettarla significa perdere soldi, e perdere soldi significa ridurre il patrimonio, e ridurre il patrimonio è possibile finchè ce n’è, perché un patrimonio negativo non è permesso. Si può, ovviamente, fare un nuovo aumento di capitale, ma lì bisognerebbe conoscere la volontà degli azionisti e comunque ci si scontrerebbe con le regole del fair play finanziario, che limita fortemente il ricorso a nuovo capitale.

C’è poi un altro aspetto importante di cui tener conto e cioè la composizione di questa “potenza di fuoco”, in quanto dentro questo calderone ci finiscono due componenti di costo ricorrenti (ammortamenti e stipendi) e una componente di ricavo una tantum (plusvalenze). Se non si fa mercato i primi si ripeteranno anche l’anno successivo (a meno di scadenze di contratti), mentre le plusvalenze no, bisogna rifarle. Una situazione di equilibrio sostenibile richiederebbe pertanto non solo di rimanere entro i limiti della “potenza di fuoco”, ma anche di rimanerci con un contributo delle plusvalenze il più basso possibile, altrimenti si rischia di dover rincorrere ogni anno il risultato con nuove plusvalenze. Non significa ovviamente che le plusvalenze siano un male, anzi, ma sarebbe bene che non fossero utilizzate per coprire un livello di stipendi e ammortamenti insostenibile per i ricavi della società. Posso essere in equilibrio sull’anno sia con zero plusvalenze e stipendi più ammortamenti di 170 milioni, che con 30 milioni di plusvalenze e 200 milioni di stipendi e ammortamenti. Nel secondo caso però, a differenza del primo, inizio l’anno successivo con una prospettiva di perdere 30 milioni, a meno di nuove cessioni con plusvalenza e/o riduzione del monte stipendi e degli ammortamenti.

Questa premessa era necessaria perché la Juve quest’anno, da questo punto di vista, non si trova nella situazione più rosea. Un anno fa, infatti, quando si trovava con i 50 milioni scarsi di patrimonio, aveva un ricorrente di costi per calciatori (stipendi e ammortamenti) di circa 200 milioni. L’obiettivo, per avvicinarsi anche solo gradualmente a una situazione di equilibrio, sarebbe dovuto essere ridurre o quantomeno non aumentare la cifra e, con un po’ di plusvalenze, minimizzare le perdite. Minimizzarle, non necessariamente annullarle, perché all’orizzonte, fra un anno, c’è un cambiamento sostanziale nel conto economico della Juve, perché entra il nuovo sponsor tecnico (Adidas, già contrattualizzato, porterà circa 15 milioni di ricavi in più) e il nuovo sponsor di maglia, ancora da negoziare. Entreranno i nuovi diritti TV della serie A che – terminata un’asta poco edificante – dovrebbero aumentare significativamente. E anche i diritti della Champions, nella speranza di parteciparvi nuovamente, dovrebbero aumentare, vista l’offerta record di Mediaset per il triennio che inizia nel 2015/16 (una grande componente dei ricavi da Champions – il cosiddetto market pool – è infatti legata a quanto speso dalle emittenti del proprio paese per acquistare i diritti). Se tutto va bene si potrebbe arrivare, con una buona Champions, a superare i 300 milioni di ricavi, con un livello sostenibile di stipendi e ammortamenti di oltre 200. Ma questo, appunto, fra un anno.

Nel frattempo bisognava (bisognava nel senso a partire dallo scorso anno) farsi bastare i 50 milioni residui di patrimonio per l’anno appena concluso e quello che sta per iniziare. Ma le scelte dell’anno scorso sono state del tipo: vabbè, quest’anno non pensiamoci, sistemiamo poi l’anno prossimo. Che non è assolutamente una scelta sbagliata, sia chiaro, solo che ora bisogna affrontarla. Si è privilegiato un rafforzamento della rosa relativamente sicuro rispetto ad iniziare un percorso di sostenibilità. Se a molti può essere sembrato un mercato poco oneroso, in quanto gli investimenti in cartellini sono stati limitati, in realtà non è così. Tevez, Llorente, Ogbonna e il riscatto di Asamoah. Fuori Matri, Giaccherini, mezzo Marrone. Poi il rinnovo di Vidal. La rosa non è stata ringiovanita e gli stipendi sono notevolmente aumentati. Stipendi e ammortamenti dovrebbero essersi aggirati sui 220 milioni (contro i 200 dell’anno prima), le cessioni (le tre citate prima più qualche cessione di comproprietà di giovani) hanno portato 20 milioni di plusvalenze. Saldo “potenza di fuoco”: 200 milioni. La Champions come sappiamo non è andata bene, quindi ci potevamo permettere 160 circa, poco più. Risultato: fra i 30 e i 40 milioni di perdite, patrimonio quasi annullato. E se arriviamo da 30 milioni di perdite con 20 di plusvalenze, significa che prima di iniziare il mercato partiamo con una prospettiva per l’anno che inizia di 50 milioni di perdite. Ma di perdite abbiamo detto che non possiamo più averne, se non minime, perché il patrimonio è pressochè annullato, e quindi questi 50 milioni bisogna recuperarli. La potenza di fuoco “netta”, cioè stipendi + ammortamenti – plusvalenze, non dovrà superare 170 milioni, ma il punto di partenza – quello a bocce ferme, mantenendo semplicemente la rosa dello scorso anno con i contratti esistenti – è 220. Questo proiettando i dati che abbiamo fino a marzo, visto che il bilancio di fine anno non è ancora disponibile. È possibile che i dati effettivi saranno migliori, e quindi il problema da risolvere più piccolo. E ovviamente non tutto deve necessariamente essere fatto in questa sessione di mercato, visto che esiste anche il mercato di gennaio, quando si saprà come è andato il girone di Champions e quindi il calcolo di quanto serve potrà essere più preciso. Ma il concetto rimane, e cioè che in questo mercato bisogna recuperare risorse. Risorse che si prendono da plusvalenze ed eventuale riduzione di stipendi e ammortamenti. Le tre componenti sono strettamente legate fra di loro, quindi l’analisi è complicata. Ogni giocatore che vendo ha un impatto in termini di stipendio risparmiato ed ammortamenti eliminati. Se lo vendo a un prezzo superiore al mio valore residuo (cioè il suo costo di acquisizione meno la parte già ammortizzata), ottengo anche una plusvalenza. Ma se è un giocatore della prima squadra lo devo sostituire con un altro, che avrà a sua volta un suo stipendio e un suo ammortamento, che dipenderà non solo dal prezzo pagato ma anche dalla sua durata contrattuale, e quindi dalla sua età. Poi ci sono eventuali prolungamenti di contratto, che permettono di spalmare il valore residuo di un giocatore su più anni, e quindi ridurre l’ammortamento. Le combinazioni possibili sono infinite, però una cosa è certa: siccome ridurre significativamente il monte stipendi e ammortamenti è difficile a meno di un ridimensionamento della rosa, questo sarà necessariamente un mercato di plusvalenze.

L’inizio, da questo punto di vista, è stato ottimo. Fra Immobile, Zaza, Peluso, Vucinic e qualche comproprietà minore sono stati portati a casa circa 20 milioni di plusvalenze, senza toccare pezzi chiave della prima squadra. Ne servono però altre, difficile dire quante perché, come detto, non abbiamo i dati definitivi dell’anno concluso e perché in parte potranno essere realizzate nel mercato di gennaio. Però mi aspetto cifre ancora importanti. Se saranno bravi ne otterranno un po’ da Quagliarella, Motta, De Ceglie e altri del vastissimo parco giocatori in prestito, ma realisticamente non basteranno. Se si vuole, come mi auguro, trattenere sia Vidal che Pogba (la cessione di uno dei due risolverebbe chiaramente il problema in un colpo solo), bisognerà comunque cedere uno o più pezzi di valore, possibilmente fra quelli che, pur avendo mercato, non sono considerati parte centrale del progetto tecnico. Ognuno può individuare le cessioni che meglio sopporterebbe, ma personalmente credo che il profilo ideale sia quello di Llorente. Ha un valore di carico bassissimo, e quindi il prezzo di cessione sarebbe pressochè tutta plusvalenza, uno stipendio altissimo che verrebbe liberato, un ruolo in prospettiva non da titolare fisso e un valore di mercato che, vista l’ottima stagione da cui viene e l’età che ha, non sarà presumibilmente replicabile nei prossimi anni. Oppure ci sarebbe Bonucci, che potrebbe essere anche lui non al centro del progetto tecnico in caso di passaggio a una difesa a quattro. Lichsteiner, che sembra stia facendo qualche bega sul rinnovo e potrebbe avere buone richieste. Giovinco, anche se forse la sua valutazione oggi non sarebbe altissima. Insomma soluzioni ce ne sono, anche senza intervenire sulla struttura portante della squadra, ma necessariamente qualche sacrificio andrà fatto. Magari solo Llorente insieme a qualche giocatore minore, oppure una combinazione di due degli altri.

Ma attenzione, le plusvalenze generate da questi sacrifici non servono per finanziare gli acquisti, ma semplicemente per coprire il “buco” di partenza. Se ipotizziamo di ottenere, fra quelle già generate e qualcuna di quelle ipotizzate, fra i 30 e i 40 di milioni di plusvalenze (rimandando a gennaio eventuali necessità ulteriori), il mercato in entrata si può fare “riutilizzando” gli stipendi e gli ammortamenti liberati dalle cessioni. Un esempio che può aiutare a capire è quanto si legge sull’eventuale acquisto di Iturbe. 25 milioni + bonus, il più onersono della gestione Agnelli. In molti stanno ipotizzando che un acquisto così caro implichi necessariamente una cessione eccellente, visto che di soldi ce ne sono pochi. Non è vero. Le cessioni importanti abbiamo visto che ci servono per coprire il “buco” iniziale, ma l’acquisto di Iturbe sarebbe coperto banalmente dalla cessione di Vucinic. Il conto è questo: Vucinic, comprato a 15 milioni con 4 anni di contratto, aveva un ammortamento di quasi 4 milioni all’anno e uno stipendio presumibilmente (non ci sono purtroppo fonti ufficiali sugli stipendi) di oltre 2,5 milioni netti (5 lordi). La sua cessione, oltre a dare un piccolo contributo alle plusvalenze di cui abbiamo bisogno, ha pertanto liberato circa 9 milioni. Se a Iturbe, come si legge in giro, venisse fatto un contratto quinquennale a 1,5 milioni netti (3 lordi) il suo costo annuale sarà di 8 milioni (5 di ammortamento e 3 di stipendio lordo). Nessun incremento dei costi, addirittura forse un leggero guadagno. Che sia o meno Iturbe, questo tipo di operazioni è, a mio avviso, quello che deve fare la Juve. È evidente, come dicono in molti, che l’ideale è scoprire il talento prima che costi 25 milioni. La Juve lo ha fatto con Pogba, con Berardi (seppur solo per la metà), fa un nuovo tentativo quest’anno con Coman. Ma 25 milioni, se utilizzati per un giocatore giovane con richiesta di stipendio contenuta, non sono assolutamente troppi, sono ampiamente sostenibili. Avrebbero, per dire, lo stesso impatto di Evra, se è vero lo stipendio di 3,5 milioni netti di cui si parla (7 lordi), che viene invece considerato quasi gratis per via del costo bassissimo del cartellino. Senza entrare nei conti di ciascuna operazione, gli acquisti fatti (riscatti di Isla e Marrone) e quelli di cui si sta parlando (Iturbe, Evra, Morata) potrebbero essere coperti dalle risorse liberate dalle uscite già fatte (Vucinic, Peluso) e quelle ipotizzate (Quagliarella e, in questo esempio, Llorente). Con altre cessioni minori (Motta, De Ceglie etc) e qualche prolungamento di contratto (Giovinco e Lichsteiner se non vengono ceduti, ma anche Caceres e lo stesso Tevez) si troverebbero altre risorse importanti da investire per il nuovo contratto di Pogba e per qualche altro acquisto. Si riuscisse a vendere Isla al suo valore di carico (circa 10 milioni) si potrebbe coprire l’acquisto di un giovane da 18 milioni, se non comporta un aumento di stipendio. Gli esempi, ovviamente, sono infiniti, ma la sintesi è questa: servono tante plusvalenze per colmare un “buco” di partenza, a prescindere dal mercato in entrata. In questo senso il sacrificio di Immobile è stato necessario e sarà presumibilmente necessaria almeno un’altra partenza importante, ma non per forza Pogba o Vidal.

Risolto questo “problema”, acquisti, anche di valore, se ne possono fare, purchè delle tipologie di cui si parla, e cioè giovani con stipendio contenuto per cui si può pagare anche un prezzo elevato (Iturbe, Morata) o esperti dallo stipendio alto ma dal prezzo irrisorio (Evra). Inoltre, l’inserimento in rosa di giocatori dall’impatto sul conto economico molto contenuto (tipo Marrone e Coman) permettono di liberare risorse per altre caselle. Quello che eviterei è di aumentare ulteriormente il livello di stipendi e ammortamenti finanziandolo con altre plusvalenze, per evitare di ritrovarci l’anno prossimo a dover reinseguire il risultato con nuove plusvalenze nonostante l’incremento di ricavi previsto.

Questo appena iniziato è probabilmente il mercato più difficile dell’era Agnelli, perché i paletti questa volta sono stringenti e non si possono evitare o spostare. Ha il vantaggio di arrivare dopo tre anni di vittorie e con diversi giocatori che suscitano conseguentemente interesse. Uscirne fuori con la struttura portante della squadra pressochè inalterata, con i pezzi pregiati contrattualmente blindati e con alcuni inserimenti di potenziale grande valore, seppur da verificare, sarebbe a mio avviso un ottimo risultato. Se le cose andassero bene, e i giocatori su cui si scommette si rivelassero effettivamente di valore, puoi fare un’altra grande stagione e soprattutto presentarti al prossimo mercato estivo con la forza di una grande squadra, in termini di valore della rosa e di risorse a disposizione. Dovessero andar male non hai compromesso nulla per gli anni a venire. Vedremo, l’inizio di questo mercato fa ben sperare, ma di lavoro da fare ce n’è ancora molto e per niente facile. Se sarà fatto bene credo che potrà costituire la base di una grande squadra sostenibile negli anni. È l’anno più delicato, e in quanto tale va gestito nel migliore dei modi.

di Daniele Scarinci

Fonte: Juventibus.com