“Quei due colori l’uno vicino all’altro, bianco e nero, la mia storia, la mia vita”

Alessandro Del Piero da us.24h.com.vn
Alessandro Del Piero da us.24h.com.vn

Sto vivendo con grande entusiasmo questi giorni a Sydney. 

 
Tante cose da fare, tante persone da rivedere e salutare, tanti arrivederci, foto, autografi, strette di mano, e poi soprattutto il camp di allenamento in vista della partita che giocherò domenica con la maglia delle All Stars della A-League “contro” la Juventus: mai creduto alle coincidenze soprattutto se si parla di quei due colori l’uno vicino all’altro, bianco e nero, la mia storia, la mia vita. 
In due parole, da quel 13 maggio 2012 allo Juventus Stadium: One Love.
 
Sono molto felice di avere l’opportunità di salutare sul campo i tanti tifosi – in particolare ma non solo quelli del Sydney FC – che nei due anni della mia fantastica esperienza australiana mi hanno travolto con la loro passione, la stima, l’affetto. 
 
Vorrei davvero ringraziare tutti, e lo farò nel posto che più mi piace e dove mi trovo maggiormente a mio agio, a casa: il campo. 
 
Domenica sarà anche il momento di guardarci per un istante alle spalle e vedere in un’occasione così importante e al cospetto di una squadra così grande, quanto è cresciuto sotto tutti i punti di vista il movimento calcistico australiano. Sono particolarmente orgoglioso di avere contribuito anche io negli ultimi due anni a questo sviluppo, che sono convinto non si fermerà.
 
Appuntamento a domenica allora…ci vediamo allo stadio o in tv per chi non sarà in tribuna, voglio salutarvi e idealmente abbracciarvi tutti!
 
PS. Lo so, lo so che di fronte a me, intendo dall’altra parte del campo, con un’altra maglia, ci sarà la Juventus… ma c’è davvero bisogno che vi spieghi cosa significa questo per me?
 
#OneLove. Ale

DIARIO DI UNA SETTIMANA SURREALE

massimozampiniLunedì.

Di mercato non parlo, non sopporto le voci, rido delle roboanti indiscrezioni. Ne sto alla larga, insomma. Ma che succede se ti capita un’umile fonte, decisamente attendibile, che ti dà per certo il passaggio di Iturbe alla Roma e non alla Juve, come invece sostengono tutti gli organi di informazione? Lo tengo per me, meglio. Si evitano figuracce, anche perché la mia è molto affidabile, ma figuriamoci se gli esperti non ne hanno di più sicure. Anzi no, la metto, magari basta fare mille premesse, tipo “è un’umile fonte”, “io non credo mai alle voci”, “non fidatevi”, si dà l’indiscrezione e non si rischiano reazioni inconsulte di amici e utenti vari in caso di errore. Illuso. Ai pochi che ci credono, fanno da contraltare i tanti diffidenti – in gran parte juventini – che annunciano rabbiosi di avere preparato lo “screenshot”, pronti a screditarmi una volta annunciato il passaggio di Iturbe alla Juve. Che cretinata, il mercato: se la tua fonte ci azzecca diventi un genio, se sbaglia o magari l’affare salta all’ultimo sei un millantatore che vuole farsi pubblicità. Appunti se mai ricapitasse un’umile fonte: te la tieni per te, eviti screenshot e campi felice come una Pasqua.

Martedì

La giornata è in gran parte incentrata sul caso Iturbe: impazza la foto di un presunto biglietto aereo diretto a Torino. Poi arriva a Fiumicino, e il resto lo conoscete: sono salvo dall’invasione di screenshot vendicativi. Non lo sappiamo ancora, ma l’argentino, quel giorno, oggi, è l’ultimo dei problemi. Intorno alle 19 mi scrive un amico, noto scrittore, avvisato da un giornale per cui scrive di un’imminente rivoluzione in casa Juve, chiedendomi se ne ho notizie. Gli accenno della mia umile fonte su Iturbe, ma ad entrambi sembra un po’ poco per parlare di rivoluzione. Entrambi abbiamo un tragico sospetto, ma fingiamo che non esista: avranno ceduto Vidal? Pogba? A quanto? A chi? Non è quello, e sotto sotto lo sappiamo entrambi. Ce lo scriviamo così, come se fosse impossibile: non sarà quello che pensiamo, vero? Ma no, dai, al secondo giorno di ritiro, impossibile. Pochi minuti e gli arriva la conferma: pare che Conte si sia dimesso. Un incubo. Giro di chiamate con amici juventini. Arriva l’ufficialità: Conte va via. Contratto risolto. Conte via, non è possibile. Non è possibile perché, fondamentale arrivo di Agnelli a parte, la rinascita, il ritrovamento dell’orgoglio, la Juve che torna al suo posto quando tutti erano certi non ci sarebbe più tornata, sono legate a lui. Il 70% di possesso palla, 23 tiri a 5, un tutt’uno con gli spettatori dello Juve stadium, per una festa continua durata 3 anni. E ora come si fa? E ora come facciamo a ricordarcelo, che esiste anche una Juve senza Conte? Prima ancora di capire le cause, prima ancora di arrabbiarci per averci lasciati così – in ritiro, senza una spiegazione compiuta –, prima ancora di farti presente che non se ne poteva più, di questo ostentato tarlo di un possibile addio, un eterno ringraziamento per avere contribuito in grandissima parte a farci tornare al nostro posto. Con le altre che inseguono, invidiano, si lagnano, e noi sul bus che festeggiamo, anno dopo anno, maggio dopo maggio. Ciao Antonio, e porta i nostri saluti ad Alessio, a Carrera, a tutto il tuo staff. Tanto è un arrivederci, lo sappiamo tutti e due.

Mercoledì

Il risveglio è tosto, come dopo un esame andato male o, restando allo sport, una finale persa: l’impressione di avere perso un vero fuoriclasse, con tutto quello che rappresenta, è forte, e rende complicato ogni ragionamento logico, rende vano ogni tentativo di razionalità. Bisogna tirarsi su, però: intanto c’è Agnelli, mica Cobolli e compagnia; Marotta e Paratici non sono Secco e Blanc; Pogba, Vidal, Tevez e Llorente non sono Melo, Diego, Amauri e Iaquinta. Su la testa, allora. Cerco notizie: Allegri o Mancini. Allora è tutto vero, tra poco avremo un allenatore tra questi due. Quello del gol di Muntari o l’uomo che vince sempre, quello del tavolino. Non c’è tempo di pensare a una preferenza, arriva l’annuncio già di mattina: è arrivato Allegri. Basta, da questo momento non ci si lamenta più: è arrivato Allegri, si tifa Allegri. Lo scrivo su twitter, arrivano insulti anche qui. Poco male, lo penso e lo affermo con forza: il tifoso sogna, ama, applaude, fischia, protesta, ma soprattutto tifa. Noi ci saremmo opposti alle cessioni di Vialli Ravanelli e Sousa il giorno dopo la vittoria in Champions, non avremmo mai venduto Zidane, eravamo noi (alcuni di noi, ecco) a insultare Ancelotti, non si sa poi neanche perché. Non sempre ci prendiamo, insomma. Critichiamo dopo, semmai, se mancheranno i risultati.

E allora, in assenza di spiegazioni chiarissime sull’addio intempestivo di Conte, e ribadendo che non impazziamo certo per il nuovo tecnico, lasciamo da parte l’amarezza (ci proviamo) e riprendiamo a tifare. Allegri mio, non ti chiediamo un 19 su 19 allo stadium o il 70% di possesso, ma che la Juve sia più vicina a quella di Conte che a quella, chessò, di Delneri. Impara presto a difenderti da voci di tutti i tipi, su giocatori grassi, solo belli, Livorni che scansano e Paulinhi che non giocano. Sei alla Juve, caro Allegri, mostrarci di meritarla.

Giovedì

Prime foto di Allegri allenatore. Effetto strano, dovremo abituarci. Paiono rientrare le allarmanti richieste di incontro con la società di Tevez – che posta sul suo profilo le magliette Juve del prossimo anno – e altri giocatori. Il mercato va avanti: passi avanti per i soliti noti Evra, Pereyra e Morata. Cominciano le prime ricostruzioni sull’addio dell’allenatore: si va dai filosocietari convinti – “Conte aveva stufato già da tempo, troppo insoddisfatto, meglio fosse andato via a maggio, è lui ad averci portato Ogbonna e Giovinco, in Champions avrebbe dovuto fare di più, ci rimpiangerà” – ai contiani di ferro – “gli hanno fatto promesse che non hanno mantenuto, lui voleva una Juve più forte, basta con questi dirigenti senza riconoscenza, lo rimpiangeremo” -, fino agli estremisti del “sospendo il tifo per la squadra”, di cui faremo a meno fin quando non cambieranno idea. Un’altra giornata complicata è passata, meglio andare a dormire.

Venerdì

Quando serve qualcuno che ci tiri su il morale, gli amici veri, i compagni di mille risate, non possono mancare. Ed ecco in nostro soccorso due delle presenze più costanti nel provare a metterci allegria: il Corriere dello Sport e l’Inter.

Il Corsport, dimenticati i risultati sul campo dell’ultima stagione, ricomincia con i punteggi virtuali e parte con il botto, titolando a tutta pagina: “Roma super 3-0 – alla Juve!”. In che senso, chiederebbe un Verdone stralunato in uno dei suoi primi indimenticabili film. “Iturbe è soltanto l’ultimo degli sgambetti di mercato. Sabatini ha già vinto la corsa a Destro e Nainngolan”. La Juve nel frattempo ha vinto altri due scudetti, ma poco importa. 3-0 Roma, proveremo a ribaltarlo.

Ma, proprio quando pensi di non riuscire più a risollevarti, è sempre l’Inter a darti una mano. Sul sito ufficiale della squadra nerazzurra appare infatti un’importante precisazione: “F.C. Internazionale smentisce con fermezza la notizia riportata quest’oggi riguardante il ruolo di direttore artistico della signora Milly Moratti all’interno del club. La notizia è totalmente priva di ogni fondamento, essendo la signora Moratti parte dell’Advisory Board e restando un importante consigliere per la direzione artistica della società”. Il tema – Milly direttore artistico – è già di chiara rilevanza. Il contenuto, tuttavia, supera ogni parodia e sostanzialmente smentisce notizie sul ruolo di direttore artistico, affermando invece che la Moratti è importante consigliere per la direzione artistica. In altre parole, ehm, non è direttore ma rimane consulente. Scopriamo così che l’Inter non ha solo una direzione artistica, ma anche dei consiglieri a suo supporto. Grazie, gli amici si vedono nel bisogno e voi non mancate mai.

Sabato

La vita va avanti, arrivano nuovi giocatori, ed è fondamentale che accada presto, per provare a farci superare lo choc. Alle 15.30 viene presentato il giovane attaccante del Real Madrid Morata. Si presenta bene, elegante, ha al suo attivo tantissimi gol nelle giovanili della Spagna e 8 reti negli spezzoni disputati in stagione nel Real (ha giocato anche parte della finale di Champions). In conferenza pare maturo, non sbaglia una risposta, ringrazia il Real, esalta la Juve (“una delle più grandi d’Europa, certamente la più grande d’Italia”), poi con una bellissima lettera saluta i suoi vecchi tifosi, informandoli che sta andando a giocare in un’altra grandissima squadra. Frasi di rito, la recompra, l’eventuale plusvalenza, tutto quello che volete, ma non oggi: ora, abbiamo solo bisogno di una pomeriggio così, sognando un po’, con un ragazzino dalla faccia pulita con il numero 9 sulle spalle.

Domenica

Se qualche juventino nutrisse davvero dei dubbi circa il supporto da dare alla squadra nella prossima stagione, le uscite di due personaggi dovrebbero contribuire a risolverli senza troppi problemi.

Aldo Grasso, che quando scrive di calcio non riesce a mettere da parte la propria fede (granata), scrive un incomprensibile articolo sull’addio del tecnico bianconero: “Lo stress tricologico di Conte: il complesso di Fabio Capello”. Inutile soffermarsi sul contenuto, ma il finale merita esplicita menzione: “Conte ha il complesso di Fabio Capello, per via dei capelli: è il suo incubo, la sua ossessione, il suo tormento, il suo phon psicologico. Diceva Paul Léautaud: «Quando non si hanno più capelli, si trovano ridicoli i capelli lunghi». Infoltimenti, parrucchini, trapianti; niente da fare, si chiama stress tricologico. Tutti abbiamo le nostre paturnie. Per essere infelici, a volte basta un crine di cavallo uscito dal paltò.” Dai, leggetelo bene e pensate se sia il caso di abbandonare la Juve proprio ora.

Poi c’è Linus, uno dei più fulgidi esempi di juventinità dei “vip” di fede bianconera. Sempre pronti a smarcarsi quando c’è da argomentare in difesa della squadra, ma puntualissimi all’appuntamento quando si tratta di darle contro, hanno dato il meglio nel 2006, con una serie di tragicomiche affermazioni circa la legittimità delle vittorie della Juve di quel periodo. Ebbene, potrebbe Linus mai farsi sfuggire l’occasione dell’addio di Conte per allontanarsi di un altro passo dalla Juve? No, ci mancherebbe. E allora eccolo, che ci mostra una sua foto con la Gazzetta in mano e un post adeguato alla foto: “Premesso che ognuno ha il diritto di fare le scelte che crede, la mia è che da qui in poi farò finta che la Juve non esista. Fino a che non mi tornerà la voglia. Allegria”.

A questo punto, se non vi hanno convinto le grasse esultanze dei tifosi avversari, il Corsport, il granata Aldo Grasso e l’ex juventino Linus, siete senza speranza.

Forza Juve. Voi, fate pure come vi pare.

di Massimo Zampini

Fonte: Juventinibus.com

Moggi: “Avrei mandato subito via Conte. Allegri? Aprirà un ciclo con la Juventus”

Luciano Moggi da dagospia.com
Luciano Moggi da dagospia.com

Luciano Moggi ha rilasciato una lunga intervista a GiovanINrete, soffermandosi ovviamente su quanto avvenuto in casa Juventus negli ultimi giorni:

Si aspettava queste dimissioni di  Conte ?

Qualcosa circolava nell’aria già dopo la conquista del secondo scudetto.  Conte reclamava una squadra per la coppa campioni, ma la  Juventus non poteva aderire a questa richiesta. La società tiene il budget economico e sa cosa si deve fare e dove poter arrivare, Conte non immaginava che la dirigenza tenesse conto dell’aspetto economico ma solo di quello sportivo.

Quali sono le cause che hanno portato a questo addio?

Immagino che il discorso sia stato  legato alla vendita dei giocatori e alla mancata acquisizione di altri. Se per fare cassa ti offrono 50 milioni il calciatore lo devi dare via, poi ne devi trovare uno alla pari e forse ora non c’è. Conte probabilmente non la pensava cosi. La società resta, l’allenatore va e viene.

Quindi è stata l’evenutale cessione di Vidal ad aver spinto il tecnico a lasciare?

Conte voleva Morata ed il calciatore è arrivato, Iturbe non interessava perchè un contropiedista non serviva alla Juve. Ora sarà  interessante vedere la Roma con due contropiedisti e soprattutto come riuscirà a sbloccare le partite in casa. Iturbe è buon giocatore: particolare perchè adatto a chi si difende e non a chi attacca. La cifra spesa è stata comunque spropositata. Probabilmente sulla scelta di Conte ha inciso la  ventilata cessione di giocatori importanti.

Il fatto che Conte non sia stato accontentato sul mercato, basti  pensare a Sanchez finito all’Arsenal, può aver contribuito alla sua scelta?

L’allenatore non può fare cose del genere se un calciatore richiesto  non arriva. Vi è stato un inversione di ruoli: Conte si è sentito il datore di lavoro e non il  dipendente. La  colpa è stata della società che non ha fatto valere la sua immagine e la sua forza.

Secondo lei, quando Conte ha pensato per la prima volta di lasciare la panchina bianconera?

Se fossi stato nella società bianconera e Conte avesse manifestato questo pensiero, Io l’avrei mandato subito  via.

Come vedrebbe Conte e Agnelli in nazionale? Insieme potrebbero riportare il calcio italiano ad alti livelli?

Si, li vedrei bene. Andrea Agnelli è nato nel calcio e lo vedrei bene per ristrutturare la federazione. E’ stato 12 anni con noi e sa perfettamente come operare. Conte, invece,  è un ottimo allenatore. Sarebbe un  binomio che riporterebbe il calcio in una certa maniera,anche se l’unico che salverei in federazione è proprio Tavecchio perchè ho conosciuto il suo modo di lavorare. Ha preso il  settore dilentattico e l’ha portato ad essere un  fiore all’occhiello. Ha cominciato dal basso e sa come si lavora.

A Conte cosa  consiglierebbe di fare adesso?

Gli consiglierei di calmarsi un pò, un anno sabatico potrebbe essere la soluzione.

Quindi, almeno per adesso, non vede Conte sulla  panchina della nazionale?

Conte prenderebbe meno di ingaggio in nazionale, di solito ci si va quando si è piu in là con l’età.

Torniamo alla Juventus, come vede Allegri sulla panchina bianconera?

Allegri lo vedo bene, infatti con il Milan ha vinto uno scudetto prima che gli fosse stata smantellata  la squadra. Senza i campioni:Tiago Silva, Ibrahimovic, Gattuso e Ambrosini, mancava l’imput per vincere. Lui ha fatto tutto quello che poteva fare.

Si è parlato anche di Spalletti e Mancini per la panchina bianconera, perchè scegliere Allegri?

Mancini sarebbe stato contestato per il  suo passato nerazzurro, mentre Spalletti è una linea inferiore rispetto ai due tecnici.

Perchè i tifosi della Juventus hanno contestato la scelta di Allegri?

Sono scettico perchè i tifosi devono fare i tifosi e la società deve fare la società. Ovviamente se la squadra dovesse andare male allora la contestazione è lecita, ora no. Ricordo che quando portai Ancelotti mi dissero che avevo portato un ‘maiale’, io risposi: ‘allora il maiale allenerà la juve’. Ebbene, Ancelotti diresse due campionati che per pura sfortuna non furono vinti.

Pirlo con Allegri va via?

Tutte stupidaggini. Pirlo fu mandato via a parametro 0 dal Milan e non da Allegri, il quale non gli preferiva Van Bommel. Il problema fu portare Van Bommel preferendogli Pirlo.

Allegri può far meglio in Europa rispetto a Conte?

La Juve di Conte fu eliminata dal Bayern campione d’Europa l’anno scorso. In campo europeo, sotto la gestione Conte, i bianconeri non hanno poi fatto cosi male. La Juve di Allegri non sarà tra le piu forti, ma farà decentemente in Champions League, anche se non ha chances di vincere.

In campionato è sempre favorita la Juventus?

Ora si, ma la Roma ha acquisito esperienza con Ashley Cole. Iturbe, invece, è un giocatore interessante ma da vedere. Giocare con il Verona è un conto, con una grande un altro. La Juventus è una buona squadra, bisognerà vedere le altre come si rinforzeranno fino a fine agosto.

La Roma è la regina del mercato?

Sicuramente la Roma è la squadra che si è mossa meglio. Ha fatto le  cose in grande, anche se manca ancora qualcuno: quando manca Totti, ad esempio, la Roma ne risente molto. Serve un centrale, ma cosi facendo uno dei due contropiedisti(Gervinho o Iturbe) dovrebbe star fuori. .

Chi tra Pastore, Jovetic e Lamela potrebbe essere un valore aggiunto per la Juventus?

 Pastore è una mezzapunta, Jovetic potrebbe essere un’idea, ma nessuno di loro migliorebbe la Juve, al massimo rimpinguerebbero la panchina.

E’ possibile immaginare una stagione di transizione per la Juventus, un pò come il Manchester United che da Ferguson è passato a Moyes?

La società è la componente piu importante: se funziona, funziona tutto. Con allenatori peggiori ho vinto il campionato, il problema è che la società abbia un presidente che capisca di calcio.

Vi sono delle basi per aprire un ciclo con Allegri?

Il progetto prosegue: è stato attivato con Conte e come si trattavano i  giocatori prima  possono essere trattati  ora. La Juventus è ancora la squadra  piu forte di tutti, in Italia. Allegri lo vedo a lungo.

Vede delle similitudini di gioco tra il Milan di Allegri e quello di Conte alla Juventus?

Conte ha attuato un calcio prettamente agonistico dove si correva piu degli altri per arrivare  primi sulla palla; l’altro ha un gioco che deve essere esperito dai suoi uomini. Entrambi i moduli sono funzionali ai giocatori della Juventus: Tevez, Chiellini, Bonucci, Lichesteiner, Llorente non avranno problemi di gioco perchè hanno dei buoni piedi.

Come vede Inzagni sulla panchina del Milan?

Inzaghi ha carattere, è un condottiero. E’ alla sua prima esperienza, ma lo vedo bene. Gli auguro di lottare per vincere il campionato.

Perchè il Milan ha mandato via Seedorf che nel girone di ritorno ha conquistato una media punti pari a 1.87?

Il Milan ha mandato prima via Allegri e poi Seedorf in meno di un anno. Ciò dimostra che la società rossonerà è in confusione.

Si è parlato di un possibile trasferimento di Del Piero al Celtic Glagow, lei come lo vedrebbe in Scozia?

Del piero è un personaggio serio, ha idee e lo vedrei come allenatore. Per quanto riguarda un suo possibile trasferimento al Celtic dipenderà dalla sua condizione fisica.

Fonte: TuttoJuve.com

C’è poco da stare Allegri

Antonio ConteSi lo so la battuta è scontata ma se non fosse per la fiducia in questa gestione Agnelli-Marotta di certo vedere un “vincente” Allegri sulla panchina della Juve e vedere partire Antonio Conte fa un certo effetto.

In questa giornata abbiamo visto andare via un allenatore che è uno dei pochi a riuscire a dare veramente qualcosa in più alla squadra, a infondere continua grinta ai giocatori. Al suo posto? Un allenatore normale che è stato battuto da Conte con una squadra che quell’anno era forse meno forte del suo Milan. “C’è poco da stare allegri” è una battuta che ricorre spesso negli stati facebook dei tifosi bianconeri ma sembra essere la pesante verità che ci lascia questo abbandono.

Come se non bastasse vediamo impantanata la trattativa per Morata ed Evrà e ci troviamo Iturbe alla Roma. Con un mercato che sembrava prendere il volo con tre grandi acquisti e invece ora lo vediamo bloccato che deve ancora decollare.

Come possiamo strappare un sorriso? Gli anni di successi coincidono non solo con l’arrivo di Antonio Conte, sicuramente determinante, ma con l’arrivo del duo Agnelli-Marotta. Visto come hanno trasformato questa Juve (anche con la scelta del capitano condottiero) da una squadra da settimo posto, a regina incontrastata del campionato italiano un certo credito lo hanno ottenuto. Ora le rivali sembra che si stiano rafforzando e la Juve sembra abbastanza ferma, ma forse c’è bisogno di attendere ancora cosa potrà fare uscire dal cilindro il mago Marotta. Direi che almeno un briciolo di fiducia la merita.

D’altronde l’abbandono di Conte non fa grande onore al nostro condottiero. Da ringraziare per carità, ha dato un bellissimo volto a questa Juve, l’ha plasmata come nessun altro avrebbe fatto. Ma lasciare una squadra a inizio preparazione non è proprio da innamorato e tifoso. Ancora di più se fosse andato via a causa del mercato. Un allenatore che ama una squadra se ne va se questa non ha tanti soldi da investire? O non riesce a portare i giocatori che vuole? Marotta dice che non è il mercato il motivo dell’abbandono del condottiero Antonio. Lo spero, però in ogni caso poteva svegliarsi prima se veramente erano finiti gli stimoli invece di lasciare la Juve nel bel mezzo del mercato.

Ora? Non vi nego che come molti un po’ di tristezza nell’immaginarsi una panchina senza Conte che grida, senza quella fiducia ormai consolidata in lui e nelle sue scelte. Una panchina con un Allegri che non mi è mai piaciuto, (mi è sempre sembrato un allenatore normale) e che non è un pozzo di simpatia (come scordarsi le polemiche sul gol di Muntari) mi mette veramente tristezza. Però la fiducia in chi fino ad ora ha fatto bene il suo lavoro non può mancare, e poi non sempre gli allenatori antipatici poi non vincono. Su non mi verrete a dire che Capello era uno simpatico? Speriamo nel meglio e a questo punto appoggiamo il nostro nuovo allenatore e stiamo Allegri.

Antonio si è dimesso

Antonio ConteLa Juventus, attraverso il sito ufficiale, ha comunicato la risoluzione del contratto con il tecnico Antonio Conte. Il presidente bianconero Andrea Agnelli lo ha ringraziato con una lettera aperta:

Caro Antonio,

Sei stato un grande condottiero per i nostri ragazzi e la notizia di oggi mi rattrista enormemente.

Penso ai tre anni trascorsi insieme, tre anni che ci hanno portato a scrivere la storia di questa Società: tre scudetti consecutivi, due Supercoppe italiane, ma sopratutto un percorso di crescita esponenziale.

Ma di fronte ai sentimenti e alle ragioni personali anche un Presidente deve fare un passo indietro.
Sono passati oggi solamente due mesi dall’ultima grande vittoria e la Juventus deve continuare il suo percorso. Si riparte da zero. Da zero punti in classifica, come gli altri, e da zero vittorie.

Ma questa società è dotata oggi di un gruppo dirigente giovane, preparato e coeso che in questi anni ha saputo trovare l’ambizione e la determinazione per conquistare ogni traguardo.

La Juventus riparte da un gruppo di atleti di grande talento e professionalità, che saprà mettersi a disposizione del nuovo tecnico per continuare a scrivere il presente e il futuro. Alla storia dei colori bianconeri hai contribuito anche tu e so che, qualunque scelta tu faccia, la notizia di una vittoria juventina ti strapperà sempre un sorriso.

Beppe, Fabio, Pavel ed io, insieme con tutti i giocatori, i dirigenti e i dipendenti continueremo a lavorare giorno e notte perché questo è ciò che meritano i tifosi juventini, che merita la Juventus. E chi ci lavora sa di dover essere ogni minuto all’altezza di questa grande società.

Grazie di tutto Antonio.

Fino alla fine…

BRASILE MIO, SAPESSI QUANTO TI INVIDIO

massimozampiniQualche settimana fa avevamo commentato le prime reazioni (leggi qui) all’esordio del Brasile nei Mondiali disputati in casa.  La vittoria per 3-1 contro i croati non aveva convinto tanti osservatori, e in particolare i milioni di tifosi dietrologi italiani (dal direttore di Rai Uno all’ultimo avventore di un bar), per i quali il rigore assegnato alla squadra ospitante era il chiaro segnale che le cose dovessero andare in un certo modo, per ragioni sportive, ma anche sociali e politiche, si sa, dai… insomma ci siamo capiti, deve vincere il Brasile.

Spiace dirlo, ma anche diversi tifosi juventini hanno cominciato ad alimentare sospetti: in Italia no, ma ai Mondiali sì, lì favoriscono qualcuno. La tesi è davvero troppo debole, difficile da difendere anche per un tifoso come me: se alcuni tornei vengono decisi dal mitico (e da noi tanto deriso) Palazzo, perché in Italia no? Ovviamente, invece, il Mondiale, così come il Campionato, lo vince chi lo merita, la più forte, magari la più fortunata. Non certo chi decide il leggendario Palazzo.

Ecco, ora hanno il Cile agli ottavi. Attenti cileni, arrivano i regali. Ovviamente, nulla di nulla: semmai, un gol annullato a Hulk per stop tra il petto e il braccio. Al contrario, superfluo evidenziarlo, sarebbe l’ennesimo scandalo, la prova provata di quanto già era evidente; così, invece, niente da sottolineare. Si finisce ai rigori: vincono i padroni di casa dopo quasi tre ore di grande sofferenza, e alcun aiuto esterno.

Quarti di finale, sfida alla Colombia: poveri colombiani, vittime predestinate di disegni superiori e ostili. Il Brasile gioca bene, vince 2-1, e anche qui l’arbitro non decide nulla. Anzi: il duro fallo di Zuniga che costa l’infortunio a Neymar non vale neanche un giallo, mentre un tentativo di Thiago Silva di non fare rinviare il portiere viene punito con l’ammonizione e la conseguente squalifica. Blatter distratto, si capisce.

Ora li risarciranno: in semifinale con la Germania, ecco che viene infatti inviato il killer Moreno, quello che ha fatto uscire l’Italia (ovvio, no?) e viene premiato con una partita così importante. Uno, due, tre, quattro, cinque, sei e sette gol. Tedeschi. In mezzo, i brasiliani chiedono (immotivatamente, per disperazione più che per reale convinzione) due o tre calci di rigore, ma non vengono mai accontentati, neanche per consolazione.

Brasile a casa, che poi in fondo ci era già. Ha vinto la più forte, quella che ha meritato, ci ha creduto di più, non si è lagnata delle assenze (vedi Reus), è stata attenta e concentrata per novanta minuti. Era più forte, tranquilla, sentiva meno la pressione, eccetera eccetera.

Ancora una volta, per l’ultima volta: il calcio è semplice, bellissimo, a volte anche imprevedibile. Si può vincere contro i più forti, perdere contro squadre più deboli ma più concentrate, o che corrono di più, o più spensierate.

Ma non è roba per dietrologi falliti.  Che, incredibile a dirsi, anche oggi ostentano tracotanza: “il Brasile era troppo scarso per vincere, dai, si è sempre saputo”.

Caro Brasile, eccoti un motivo di consolazione: tu non devi sorbirteli più, mentre noi ripartiamo tra un mese, a sentirli lagnarsi di squadre che si scansano, ammonizioni scelte dal Palazzo e così via.

Non sei ridotto poi così male, Brasile mio, fidati di me.

di Massimo Zampini

Fonte: Juventinibus.com

Moviola in campo. Finiranno gli alibi dei perdenti?

pirloJoseph Blatter, numero uno della Fifa, apre alla moviola in campo: “Daremo più aiuto agli arbitri e più giustizia ai risultati. Concederemo agli allenatori due ‘chiamate tecniche’ per tempo, ma solo a gioco fermo. L’arbitro visionerà il monitor per controllare la decisione“. Ora diranno tutti quanti “finalmente“. Ma come faranno se non potranno più protestare per un rigore netto non dato per fallo di Pirlo in Juve-Torino perchè Conte ha già chiesto la moviola che ha concesso il rigore per il fallo su Llorente (avvenuto prima) e la Juve è già sul 2 a 0?

Sarà veramente più difficile trovare una giustificazione alle loro sconfitte? Vorrebbe dire la fine di ogni polemica? Finalmente a fine campionato ci saranno solo applausi per i vincenti. Oppure chi non sa perdere si inventerà nuove scuse? Come già avevamo detto nell’articolo sui mondiali, addirittura si critica la tecnologia di questo mondiale sul gol/non gol, “come fidarci della tecnologia?“, “io l’ho vista fuori“. Figuriamoci se rivedendo un rigore saremo tutti d’accordo, lì l’interpretazione conta molto di più che su una palla entrata o meno.

Inoltre i fuorigioco non saranno inclusi nella moviola quindi il gol del Chievo non sarebbe stato dato comunque, e quindi le polemiche verteranno su quello.

Da parte mia spero che mettano tutto ciò che serve a dare meno alibi possibili a chi non sa perdere, pur sapendo che chi non sa perdere troverà sempre nuovi stupidi alibi pur di non ammettere di essere meno forte. E magari ci guadagniamo anche qualche punto noi, visto che quest’anno abbiamo dimostrato come, nella lotta scudetto, gli aiutini sono stati di più quelli dei nostri avversari.

Eliminazione dell’Italia al mondiale: la sagra delle banalità

azzurriSociologi illustri – dal Brasile alla Germania – si sono cimentati con il football. E basterebbe leggerli per capire che quella che sta andando in onda sui nostri media dopo Italia-Uruguay è una vera sagra del luogo comune, della banalità e della sciocchezza. Esaminerò cinque tesi ripetute fino alla noia in questi giorni: tutte false, tutti luoghi comuni banali e infondati.

1. «Il calcio in Italia è in crisi perché i tifosi sono violenti»
È una bruttissima cosa che, mentre la nazionale perdeva la sua partita, un tifoso napoletano stesse morendo, e ci sono mille buone ragioni per affrontare seriamente il nodo della violenza che ruota intorno al calcio. Ma non è vero che questa c’entra qualcosa con i risultati dell’Italia. Sociologi dello sport come l’olandese Ramón Spaij, lo svedese Martin Alsiö e il britannico Richard Giulianotti hanno compilato tabelle sulla violenza calcistica, dando un peso preponderante ai morti ammazzati. Al primo posto in questa tragica classifica c’è l’Argentina e al secondo il Brasile. Occupano buone, cioè cattive, posizioni anche il Messico e la Nigeria, tutti Paesi le cui nazionali stanno facendo bene al mondiale. Sarà brutto dirlo, ma la violenza intorno al calcio non sembra incidere sui risultati. Va stroncata perché è una tragedia inumana e assurda. Ma non c’entra con le sconfitte della nazionale.

2. «In Italia i calciatori guadagnano troppo»
È il contrario: guadagnano troppo poco. Nella classifica di «Forbes» dei venti giocatori di calcio più pagati del mondo non c’è nessun italiano: anche il ventesimo, l’uruguayano Suarez – proprio lui, quello del morso – guadagna di più di tutti i nostri. Si potrebbe dire che i calciatori italiani guadagnano poco perché sono più scarsi: ma non sono certo che i tedeschi Schweinsteiger e Lahm siano più forti di Pirlo, eppure – a credere al bene informato «Forbes», che somma ingaggi e sponsorizzazioni – rispetto al nostro centrocampista Lahm guadagna il triplo e Schweinsteiger un po’ più del triplo. Inoltre, nessuno dei venti giocatori più pagati al mondo gioca nel campionato italiano, il che rende le nostre squadre poco competitive nelle coppe europee, così che anche gli italiani che vi giocano hanno meno occasione di fare esperienze internazionali ad alto livello. Sempre secondo «Forbes» il monte ingaggi del Real Madrid e del Barcellona è quattro volte quello della Juventus, quello del Bayern Monaco è più del doppio. Anche chi allena in Italia è pagato meno di chi allena in Spagna, Inghilterra, Germania o in una squadra di vertice francese. Ed è retorica stucchevole sentire che ora va ingaggiato un allenatore della nazionale che costi poco. Se costa poco, varrà poco, il che è vero nel calcio come in ogni altro business – posto che il calcio è un business e ha smesso da decenni di essere un gioco. Un’altra autentica fesseria è che il calcio «dovrebbe pagare le tasse». Le nostre squadre pagano il doppio delle tasse rispetto a quelle spagnole. I risultati si vedono.

3. «In Italia giocano troppi stranieri»
Leggiamo la stessa argomentazione sui media dell’Inghilterra, nostra compagna di sventura e di eliminazione al mondiale. Secondo la maggiore agenzia di statistiche sportive del mondo, la OPTA, che non conta i tesserati ma i minuti giocati da stranieri nei campionati nazionali, il dato inglese è in effetti spettacolare: in Premier League i minuti giocati da calciatori inglesi sono solo il 32,3% del totale. Anche in Italia i minuti giocati da calciatori italiani sono meno della metà del totale – 45,4% – ma non siamo sostanzialmente lontani dal campionato tedesco (50%) e da quello francese (51,1%), eppure le nazionali tedesca e francese stanno andando molto meglio della nostra al mondiale. Quanto al monte ingaggi riservato a calciatori stranieri, la Spagna è al primo posto nel mondo. Infatti la Spagna ha toppato malamente il mondiale, dirà qualcuno. Senonché la percentuale di calciatori spagnoli che giocano nel maggiore campionato in Spagna non è diminuita, è aumentata rispetto a sei, quattro e due anni fa, quando la Spagna vinceva due europei e un mondiale. Può darsi che l’Inghilterra – che però in campo internazionale, salvo giocare in casa, ha sempre vinto poco – sia un caso estremo, ma la verità è che non importa tanto la quantità dei giocatori stranieri in un campionato ma la loro qualità. Giocando a fianco di Messi nel Barcellona o di Ribery nel Bayern Monaco si impara, giocando insieme a certi bidoni stranieri che popolano il nostro campionato non si ha nessuna occasione per migliorare. Ma noi importiamo più bidoni che campioni non per dabbenaggine, ma perché paghiamo meno degli altri principali campionati europei, il che ci riporta al punto precedente.

4. «In Italia non c’è vivaio»
La maggiore competizione giovanile del mondo è certamente il Campionato europeo Under 21. L’Italia è arrivata in finale nell’ultima edizione – perdendo con la Spagna. Anche nell’ultimo europeo Under 17 siamo arrivati in finale, perdendo solo ai calci di rigore con la Russia. Risultati alla mano, non sembra che i nostri vivai siano così scarsi. Semmai, rispetto a Francia, Germania e altri abbiamo una palla al piede burocratica. Questi Paesi sono rapidissimi nel concedere un passaporto ai giovani stranieri che si sono formati nelle squadre giovanili dei loro club. Noi no. Campioncini che sono stati allevati fin dall’età di quattordici o sedici anni dalle nostre società mantengono la nazionalità del Paese dove sono nati, e non esiste nessuna politica che permetta di fare seriamente e rapidamente eccezione alle regole generali per gli sportivi. Altrove c’è, e non si tratta di semplice furbizia. Se un giovane senegalese o argentino arriva in Italia a quattordici anni – ma talora arriva anche prima – e un nostro club si assume tutti gli oneri della sua formazione sportiva e scolastica non è evidente che debba poi giocare per la nazionale del Paese dov’è nato anziché per la nostra. Diamo la cittadinanza a vecchi giocatori spompati, ma non abbiamo nulla di simile alla politica che Francia e Germania adottano per i giovani calciatori nati all’estero, «naturalizzati» in tempi da record.

5. «In Italia ci lamentiamo sempre degli arbitri»
C’è del vero, ma – a parte il fatto che le nefandezze dell’arbitro di Italia-Uruguay hanno indotto agenzie di scommesse internazionali a restituire il denaro agli scommettitori, ed è una cosa che non si fa alla leggera -, basta leggere la stampa tedesca o francese per vedere come gli arbitri responsabili di qualche torto siano messi in croce, e si studi chi sarà l’arbitro anche preventivamente, alla ricerca di torti passati. È giusto dare la colpa anzitutto a noi stessi e solo dopo agli arbitri, ma il pessimo arbitraggio di Italia Uruguay richiama un problema più generale. L’Italia ha vinto quattro mondiali e il suo resta nonostante tutto uno fra i cinque campionati più seguiti al mondo, ma la nostra federazione non conta niente. Ci danno un pessimo girone, ci fanno giocare a ore assurde e ci mandano gli arbitri peggiori. E non è la prima volta che succede. Il nostro governo calcistico purtroppo conta nel mondo come il nostro governo nazionale (l’India e i marò insegnano). Solo in questo senso è giusto guardare all’arbitro, che è la punta dell’iceberg della nostra irrilevanza sportiva e politica. E dire che una volta contavamo.

Fonte: La Bussola Quotidiana

Suarez quattro mesi di squalifica

suarezQuattro mesi lontano da ogni competizione (salterà anche la Premier League) e le 9 gare internazionali. Luis Suarez è stato squalificato con la prova tv per il morso dato a Giorgio Chiellini durante Italia-Uruguay (al 35′ della ripresa), terza gara del Gruppo D del Mondiale in Brasile. Addio Mondiale e, con ogni probabilità, addio anche al ventilato trasferimento al Barcellona. Una punizione durissima per la punta sudamericana che perde il Mondiale, la ribalta internazionale e incassa un brutto colpo per la propria reputazione, già messa in discussione in passato per episodi simili e divenuta oggetto di scherno per l’ironia feroce della Rete. La decisione presa dalla Commissione Disciplinare della Fifa non è stata semplice, tanto da posticiparla ancora di qualche ora rispetto al previsto: a Rio de Janeiro, nel quartier generale della Federazione internazionale, il presidente Sulser (svizzero) e i nove membri chiamati a valutare il procedimento aperto nei confronti dell’attaccante sudamericano sono rimasti riuniti in camera di consiglio a lungo.

José Mujica, Presidente dell’Uruguay: “Non c’è stato alcun morso”

Suarez, che non è comparso dinanzi alla commissione giudicante, ha ricevuto il pieno sostegno della Auf (la Federcalcio uruguaiana) con il presidente Wilmar Valdez che, oltre a negare l’episodio, ha suffragato la memoria difensiva con la mancanza di “prove sufficienti” a condannare il calciatore. “Se ci fosse stato un fatto grave, l’arbitro dovrebbe averlo visto e questo non è successo”, ha aggiunto il numero uno del calcio ‘Celeste’. E c’è stato anche chi ha avanzato la possibilità che i segni del morso sulla spalla di Chiellini fossero frutto di un abile ritocco eseguito con photoshop. Lugano, bandiera della nazionale uruguagia, ha accusato il difensore Azzurro di mentire tacciandolo di anti-sportività (per non aver saputo accettare il verdetto del campo) e atteggiamenti provocatori. Il Presidente dell’Uruguay, José Mujica, ha aggiunto in difesa del bomber: “Non ho visto Luis Suárez mordere nessuno. Si danno così tanti calci e botte, di solito non è un problema”.

Suarez: morsi, testate e una squalifica per razzismo

‘Cannibale’ in area di rigore, sotto porta perché azzanna la palla e fa gol. ‘Cannibale’, per gli utenti dei Social Network, che lo hanno trasformato in fenomeno mediatico trasfigurandolo nei personaggi più fantasiosi del mondo dell’horror. A confronto ‘Dracula’ Moreno – l’arbitro che assomiglia al Conte vampiro e contestato dagli Azzurri per l’espulsione di Marchisio – è uno scherzo… In Norvegia c’è stata addirittura un’agenzia di scommesse che ha bancato a quote allettanti per gli appassionati della ‘bolletta’ il morso di Suarez all’avversario. Già, perché la punta dell’Uruguay e del Liverpool non è nuova a gesti del genere: nel 2010, ai tempi della sua avventura con la maglia dell’Ajax nella Eredivisie olandese, diede un morso sul collo a Bakkal del Psv Eindhoven e pagò con 8 giornate di squalifica; nel 2013, durante un match della Premier League tra i reds e il Chelsea, addentò il braccio di Ivanovic e incassò ben 10 giornate di squalifica per la severità della Football Association inglese. Da aprile a settembre di quell’anno Suarez restò fuori dal campo: nonostante tutto, nella stagione 2013/2014 ha conquistato il titolo di capocannoniere con 31 gol e la Scarpa d’Oro (assieme a Cristiano Ronaldo del Real Madrid) per il maggior numero di reti segnate in un campionato. Quanto basta per scatenare l’asta di mercato tra Barcellona e Real Madrid per assicurarsi il giocatore.

Suarez e gli insulti razzisti a Patrice Evrà. Otto giornate di squalifica, una multa di 40 mila sterline: fu questa la sanzione inflittagli per gli insulti razzisti rivolti al calciatore del Manchester United, Patrice Evra, durante una gara giocata nell’ottobre del 2011. Dopo uno scontro di gioco, quando il calciatore dei red devils, gli chiese spiegazioni per quell’entrata così dura Suarez rispose “perché sei negro”. Alle proteste di Evra aggiunse “io non parlo coi negri”. E quella parola, negro, el pistolero del Liverpool la pronunciò per sette volte spingendo Evra a denunciarlo pubblicamente in un’intervista all’emittente francese, Canal Plus. A gennaio del 2012 arrivò la maxi squalifica per l’attaccante uruguaiano.

Fonte: Calcio.Fanpage.it

La Roma mette gli occhi su Suarez

suarez2Walter Sabatini annusa aria di affare e si butta su Suarez. A convincere il ds della Roma è stato l’ultimo morso del giocatore uruguaiano, questo non solo può far si che il prezzo dell’attaccante del Liverpool possa scendere notevoltemente permettendo che la Roma possa arrivare al giocatore, ma soprattutto ha fatto vedere che l’uruguaiano non ha perso il vizio del morso, e proprio questo manca alla squadra giallorossa.

L’affare potrebbe essere vicino, soprattutto se Suarez dovesse incorrere in una squalifica. La Roma da tempo monitorava il giocatore, ma era difficile arrivarci a causa del prezzo di acquisto molto alto. Questo ultimo gesto non solo rende possibile l’acquisto da parte della squadra di Garcia, ma rende ancora più appetibile il giocatore.

L’attenzione sul giocatore era stata posta già nel novembre del 2010 quando morde il centrocampista del PSV, Otman Bakkal. Nel 2013 quando morde Ivanovic al braccio a Roma scompare ogni indugio, è l’attaccante che serve alla squadra, sono certi che è quello giusto, ma il prezzo è troppo alto.

Oggi finalmente sembra poterci essere l’occasione giusta, e la pista Suarez è aperta più che mai. Così la squadra sarebbe al completo: la Roma ha già Destro, il pugile della squadra, Totti, abile un po’ in tutto soprattutto però nello sputo al bersaglio e nel calcio da dietro e infine De Rossi, lo specialista nelle gomitate. Aggiungere a questi lo specialista del morso chiaramente renderebbe la squadra praticamente perfetta.

Sabatini è al lavoro…