Lunedì.
Di mercato non parlo, non sopporto le voci, rido delle roboanti indiscrezioni. Ne sto alla larga, insomma. Ma che succede se ti capita un’umile fonte, decisamente attendibile, che ti dà per certo il passaggio di Iturbe alla Roma e non alla Juve, come invece sostengono tutti gli organi di informazione? Lo tengo per me, meglio. Si evitano figuracce, anche perché la mia è molto affidabile, ma figuriamoci se gli esperti non ne hanno di più sicure. Anzi no, la metto, magari basta fare mille premesse, tipo “è un’umile fonte”, “io non credo mai alle voci”, “non fidatevi”, si dà l’indiscrezione e non si rischiano reazioni inconsulte di amici e utenti vari in caso di errore. Illuso. Ai pochi che ci credono, fanno da contraltare i tanti diffidenti – in gran parte juventini – che annunciano rabbiosi di avere preparato lo “screenshot”, pronti a screditarmi una volta annunciato il passaggio di Iturbe alla Juve. Che cretinata, il mercato: se la tua fonte ci azzecca diventi un genio, se sbaglia o magari l’affare salta all’ultimo sei un millantatore che vuole farsi pubblicità. Appunti se mai ricapitasse un’umile fonte: te la tieni per te, eviti screenshot e campi felice come una Pasqua.
Martedì
La giornata è in gran parte incentrata sul caso Iturbe: impazza la foto di un presunto biglietto aereo diretto a Torino. Poi arriva a Fiumicino, e il resto lo conoscete: sono salvo dall’invasione di screenshot vendicativi. Non lo sappiamo ancora, ma l’argentino, quel giorno, oggi, è l’ultimo dei problemi. Intorno alle 19 mi scrive un amico, noto scrittore, avvisato da un giornale per cui scrive di un’imminente rivoluzione in casa Juve, chiedendomi se ne ho notizie. Gli accenno della mia umile fonte su Iturbe, ma ad entrambi sembra un po’ poco per parlare di rivoluzione. Entrambi abbiamo un tragico sospetto, ma fingiamo che non esista: avranno ceduto Vidal? Pogba? A quanto? A chi? Non è quello, e sotto sotto lo sappiamo entrambi. Ce lo scriviamo così, come se fosse impossibile: non sarà quello che pensiamo, vero? Ma no, dai, al secondo giorno di ritiro, impossibile. Pochi minuti e gli arriva la conferma: pare che Conte si sia dimesso. Un incubo. Giro di chiamate con amici juventini. Arriva l’ufficialità: Conte va via. Contratto risolto. Conte via, non è possibile. Non è possibile perché, fondamentale arrivo di Agnelli a parte, la rinascita, il ritrovamento dell’orgoglio, la Juve che torna al suo posto quando tutti erano certi non ci sarebbe più tornata, sono legate a lui. Il 70% di possesso palla, 23 tiri a 5, un tutt’uno con gli spettatori dello Juve stadium, per una festa continua durata 3 anni. E ora come si fa? E ora come facciamo a ricordarcelo, che esiste anche una Juve senza Conte? Prima ancora di capire le cause, prima ancora di arrabbiarci per averci lasciati così – in ritiro, senza una spiegazione compiuta –, prima ancora di farti presente che non se ne poteva più, di questo ostentato tarlo di un possibile addio, un eterno ringraziamento per avere contribuito in grandissima parte a farci tornare al nostro posto. Con le altre che inseguono, invidiano, si lagnano, e noi sul bus che festeggiamo, anno dopo anno, maggio dopo maggio. Ciao Antonio, e porta i nostri saluti ad Alessio, a Carrera, a tutto il tuo staff. Tanto è un arrivederci, lo sappiamo tutti e due.
Mercoledì
Il risveglio è tosto, come dopo un esame andato male o, restando allo sport, una finale persa: l’impressione di avere perso un vero fuoriclasse, con tutto quello che rappresenta, è forte, e rende complicato ogni ragionamento logico, rende vano ogni tentativo di razionalità. Bisogna tirarsi su, però: intanto c’è Agnelli, mica Cobolli e compagnia; Marotta e Paratici non sono Secco e Blanc; Pogba, Vidal, Tevez e Llorente non sono Melo, Diego, Amauri e Iaquinta. Su la testa, allora. Cerco notizie: Allegri o Mancini. Allora è tutto vero, tra poco avremo un allenatore tra questi due. Quello del gol di Muntari o l’uomo che vince sempre, quello del tavolino. Non c’è tempo di pensare a una preferenza, arriva l’annuncio già di mattina: è arrivato Allegri. Basta, da questo momento non ci si lamenta più: è arrivato Allegri, si tifa Allegri. Lo scrivo su twitter, arrivano insulti anche qui. Poco male, lo penso e lo affermo con forza: il tifoso sogna, ama, applaude, fischia, protesta, ma soprattutto tifa. Noi ci saremmo opposti alle cessioni di Vialli Ravanelli e Sousa il giorno dopo la vittoria in Champions, non avremmo mai venduto Zidane, eravamo noi (alcuni di noi, ecco) a insultare Ancelotti, non si sa poi neanche perché. Non sempre ci prendiamo, insomma. Critichiamo dopo, semmai, se mancheranno i risultati.
E allora, in assenza di spiegazioni chiarissime sull’addio intempestivo di Conte, e ribadendo che non impazziamo certo per il nuovo tecnico, lasciamo da parte l’amarezza (ci proviamo) e riprendiamo a tifare. Allegri mio, non ti chiediamo un 19 su 19 allo stadium o il 70% di possesso, ma che la Juve sia più vicina a quella di Conte che a quella, chessò, di Delneri. Impara presto a difenderti da voci di tutti i tipi, su giocatori grassi, solo belli, Livorni che scansano e Paulinhi che non giocano. Sei alla Juve, caro Allegri, mostrarci di meritarla.
Giovedì
Prime foto di Allegri allenatore. Effetto strano, dovremo abituarci. Paiono rientrare le allarmanti richieste di incontro con la società di Tevez – che posta sul suo profilo le magliette Juve del prossimo anno – e altri giocatori. Il mercato va avanti: passi avanti per i soliti noti Evra, Pereyra e Morata. Cominciano le prime ricostruzioni sull’addio dell’allenatore: si va dai filosocietari convinti – “Conte aveva stufato già da tempo, troppo insoddisfatto, meglio fosse andato via a maggio, è lui ad averci portato Ogbonna e Giovinco, in Champions avrebbe dovuto fare di più, ci rimpiangerà” – ai contiani di ferro – “gli hanno fatto promesse che non hanno mantenuto, lui voleva una Juve più forte, basta con questi dirigenti senza riconoscenza, lo rimpiangeremo” -, fino agli estremisti del “sospendo il tifo per la squadra”, di cui faremo a meno fin quando non cambieranno idea. Un’altra giornata complicata è passata, meglio andare a dormire.
Venerdì
Quando serve qualcuno che ci tiri su il morale, gli amici veri, i compagni di mille risate, non possono mancare. Ed ecco in nostro soccorso due delle presenze più costanti nel provare a metterci allegria: il Corriere dello Sport e l’Inter.
Il Corsport, dimenticati i risultati sul campo dell’ultima stagione, ricomincia con i punteggi virtuali e parte con il botto, titolando a tutta pagina: “Roma super 3-0 – alla Juve!”. In che senso, chiederebbe un Verdone stralunato in uno dei suoi primi indimenticabili film. “Iturbe è soltanto l’ultimo degli sgambetti di mercato. Sabatini ha già vinto la corsa a Destro e Nainngolan”. La Juve nel frattempo ha vinto altri due scudetti, ma poco importa. 3-0 Roma, proveremo a ribaltarlo.
Ma, proprio quando pensi di non riuscire più a risollevarti, è sempre l’Inter a darti una mano. Sul sito ufficiale della squadra nerazzurra appare infatti un’importante precisazione: “F.C. Internazionale smentisce con fermezza la notizia riportata quest’oggi riguardante il ruolo di direttore artistico della signora Milly Moratti all’interno del club. La notizia è totalmente priva di ogni fondamento, essendo la signora Moratti parte dell’Advisory Board e restando un importante consigliere per la direzione artistica della società”. Il tema – Milly direttore artistico – è già di chiara rilevanza. Il contenuto, tuttavia, supera ogni parodia e sostanzialmente smentisce notizie sul ruolo di direttore artistico, affermando invece che la Moratti è importante consigliere per la direzione artistica. In altre parole, ehm, non è direttore ma rimane consulente. Scopriamo così che l’Inter non ha solo una direzione artistica, ma anche dei consiglieri a suo supporto. Grazie, gli amici si vedono nel bisogno e voi non mancate mai.
Sabato
La vita va avanti, arrivano nuovi giocatori, ed è fondamentale che accada presto, per provare a farci superare lo choc. Alle 15.30 viene presentato il giovane attaccante del Real Madrid Morata. Si presenta bene, elegante, ha al suo attivo tantissimi gol nelle giovanili della Spagna e 8 reti negli spezzoni disputati in stagione nel Real (ha giocato anche parte della finale di Champions). In conferenza pare maturo, non sbaglia una risposta, ringrazia il Real, esalta la Juve (“una delle più grandi d’Europa, certamente la più grande d’Italia”), poi con una bellissima lettera saluta i suoi vecchi tifosi, informandoli che sta andando a giocare in un’altra grandissima squadra. Frasi di rito, la recompra, l’eventuale plusvalenza, tutto quello che volete, ma non oggi: ora, abbiamo solo bisogno di una pomeriggio così, sognando un po’, con un ragazzino dalla faccia pulita con il numero 9 sulle spalle.
Domenica
Se qualche juventino nutrisse davvero dei dubbi circa il supporto da dare alla squadra nella prossima stagione, le uscite di due personaggi dovrebbero contribuire a risolverli senza troppi problemi.
Aldo Grasso, che quando scrive di calcio non riesce a mettere da parte la propria fede (granata), scrive un incomprensibile articolo sull’addio del tecnico bianconero: “Lo stress tricologico di Conte: il complesso di Fabio Capello”. Inutile soffermarsi sul contenuto, ma il finale merita esplicita menzione: “Conte ha il complesso di Fabio Capello, per via dei capelli: è il suo incubo, la sua ossessione, il suo tormento, il suo phon psicologico. Diceva Paul Léautaud: «Quando non si hanno più capelli, si trovano ridicoli i capelli lunghi». Infoltimenti, parrucchini, trapianti; niente da fare, si chiama stress tricologico. Tutti abbiamo le nostre paturnie. Per essere infelici, a volte basta un crine di cavallo uscito dal paltò.” Dai, leggetelo bene e pensate se sia il caso di abbandonare la Juve proprio ora.
Poi c’è Linus, uno dei più fulgidi esempi di juventinità dei “vip” di fede bianconera. Sempre pronti a smarcarsi quando c’è da argomentare in difesa della squadra, ma puntualissimi all’appuntamento quando si tratta di darle contro, hanno dato il meglio nel 2006, con una serie di tragicomiche affermazioni circa la legittimità delle vittorie della Juve di quel periodo. Ebbene, potrebbe Linus mai farsi sfuggire l’occasione dell’addio di Conte per allontanarsi di un altro passo dalla Juve? No, ci mancherebbe. E allora eccolo, che ci mostra una sua foto con la Gazzetta in mano e un post adeguato alla foto: “Premesso che ognuno ha il diritto di fare le scelte che crede, la mia è che da qui in poi farò finta che la Juve non esista. Fino a che non mi tornerà la voglia. Allegria”.
A questo punto, se non vi hanno convinto le grasse esultanze dei tifosi avversari, il Corsport, il granata Aldo Grasso e l’ex juventino Linus, siete senza speranza.
Forza Juve. Voi, fate pure come vi pare.
di Massimo Zampini
Fonte: Juventinibus.com