
Marotta in un’intervista a Libero ripresenta ancora una volta il progetto Juve, di per sè chiaro, ma molti ancora non lo hanno capito, compreso il giornale di Libero che è sempre critico su questo progetto Juve:
“Chiarezza?, sono pronto, anche se proprio Libero mi ha massacrato, e su più piani. Tommaso Lorenzini mi ha accusato di non aver mai vinto niente d’importante, come se fosse una colpa. Sfido chiunque a vincere qualcosa di serio lavorando al Venezia, all’Atalanta, alla Samp. A Venezia avrei potuto al massimo fare il pieno al Casinò. È altrettanto vero che non posso essere considerato un perdente con una grande, dal momento che dopo oltre trent’anni, gli ultimi dodici in Serie A, sono alla prima esperienza ad alto livello. So bene che l’inferno al quale ha fatto riferimento Ranieri brucia tutto troppo in fretta, ma credo di meritare il diritto alla verifica. Lo stesso Moggi prima di arrivare alla Juve aveva lavorato a Roma, Napoli, Torino. Quel Napoli volava alto? Lo so. Ma non era l’Inter o il Milan”.
La domanda poi va su ciò che forse gli si addita di più, aver portato con lui anche il mister blucerchiato: “Il Del Neri di oggi è lo stesso che la stagione scorsa giunse quarto con la Samp e, se mi permetti, con un materiale tecnico inferiore. Allegri, che in questo momento è primo, è più giovane di Gigi, come lui non ha mai guidato una big e viene da un esonero a Cagliari. Alle spalle di Allegri c’è Galliani? I rapporti di incidenza non sono facilmente individuabili. L’Inter ha vinto lo scudetto con Invernizzi e Bersellini. Se Del Neri ed io siamo solo una coppia occasionale? Con lui ho lavorato un solo anno e mi è bastato per apprezzarlo. Se è per questo sono stato sette, otto stagioni con Novellino. Gigi incassa peraltro continui attestati di stima dalla società”.
Poi per l’ennesima volta spiega il progetto e spiega il perchè dei prestiti con diritto di riscatto tanto criticati “La Juve in prestito? Una volta per tutte, non abbiamo alcun obbligo. Le nostre decisioni deriveranno da quanto abbiamo sborsato l’estate scorsa, dal valore che diamo e daremo al giocatore e dalla cifra che dovremo tirar fuori per prenderlo tutto. Per Quagliarella abbiamo speso 4 milioni e mezzo, non è poco per un prestito, per riscattarlo ne occorrono altri 10 in quattro anni. Pepe è costato uno e mezzo subito, ne servono altri 7,5. Aquilani è arrivato a zero, ma il prezzo del cartellino è 16 milioni, il Liverpool lo pagò 24 e una parte l’ha ammortizzata in un anno e mezzo. Sono in prestito anche Motta, Traoré e Rinaudo, oltre a Matri, due e mezzo a gennaio, altri 14,5 in più anni da luglio. Considera che i due e mezzo li ha pareggiati la cessione dell’altra metà di Ariaudo. Toni è arrivato gratis e Barzagli è costato 300mila euro. Ergo, anche a gennaio, riga. Quest’anno dovevamo pensare anche alla quantità, a creare una base numericamente valida, lo zoccolo duro”.
Gli si domanda: “Vuol dire che a luglio acquisterete finalmente due o tre campioni?”. La risposta detta tante volte da Marotta è la stessa che si finge di non capire: “Le star che serviranno per rendere la Juve supercompetitiva”.
Zazzaroni lo incalza e gli domanda legittimamente come possa acquistare i campioni e rendere supercompetitiva la Juve alla luce del precario bilancio societario e del fair play finanziario di Platini: “Siamo attenti più che altro al rapporto tra fatturato e costo squadra. Il fair play finanziario è al momento qualcosa di indefinito, pone dei limiti ma non contempla le sanzioni per i trasgressori. E visto come si sono mossi anche recentemente Barcellona, Chelsea e Liverpool…”. Il discorso si sposta sul deludente campionato sin qui disputato dalla squadra bianconera, che in 27 giornate ha collezionato la miseria di 41 punti: “Non mi aspettavo questo Milan e questo Napoli, anche se l’acquisto all’ultimo minuto di Ibra ha cambiato i rapporti di forze: oggi il Milan ha una spina dorsale eccellente. Non mi aspettavo nemmeno le sconfitte con Lecce e Bologna, però”.
Marotta viene quindi interrogato sulla vicenda del contratto di Del Piero, il capitano bianconero: “Il videomessaggio di Del Piero ci ha spiazzato? I tempi, forse. Ma il presidente era stato chiaro: la Juve vuole continuare, dipende solo da Alex”.
In chiusura, Zazzaroni gli fa notare che “da Calciopoli a oggi una parte della tifoseria juventina, la più rumorosa, viaggia emotivamente sul doppio binario: campo e tribunale di Napoli. Questo comporta l’aumento delle aspettative e la riduzione della tolleranza. Soltanto la vittoria può in qualche modo tenere sotto controllo la temperatura. Voglio dire: finiamola, anzi finitela di parlare di programmi a media scadenza, alla Juve non è più possibile”. Marotta annuisce: “Condivido. Ma stiamo ancora aspettando che rispondano al nostro esposto”.