Ci sono cose difficili da spiegare. Questa sera gioca l’Italia e tifoserie diverse che si sono fatte la guerra sino adesso si troveranno a tifare gli stessi colori. Questa cosa alcuni tifosi non riescono proprio a comprenderla e quindi tifano solo la squadra di club “è incoerenti ammazzarsi durante l’anno e poi fare finta che tutte queste divisioni non ci siano“.
Cosa porta me a festeggiare per un gol di De Rossi, di Candreva o di un non simpaticissimo Balotelli? Io sono il re dell’ipocrisia in questo senso: cosa mi ha portato nel 2006 ad urlare il nome di Totti insieme a Caressa, a me che Totti è sempre stato antipatico, io che di giallorosso non ci compro neanche i giochi o i vestiti di mio figlio?
E’ la magia dell’azzurro, sono quelle cose che non si possono solo spiegare a parole perchè si perderebbe gran parte della magia. Quando quei giocatori hanno la maglia azzurra giocano per l’Italia, punto. Non importa più la squadra di appartenenza e fa anche piacere per una volta tifare tutti insieme.
Se devo essere sincero di questo ne sono anche orgoglioso, questo fa vedere come il calcio alla fine è un gioco e unisce. Ognuno tifa la propria squadra e questo non cambia, ma arriva il momento in cui in una stessa stanza si vedono uno juventino, un’interista, un milanista, un romanista e un laziale per festeggiare un gol di Insigne, questo è un bell’esempio di sport.
Particolarità del calcio, vogliamo chiamarle ipocrisie? Io le chiamo magie, ci massacriamo durante l’anno, ma una passione ci lega ed è la passione per il gioco, che va al di là delle diatribe sportive, e allora si esce per strada e si trovano bandiere ai balconi, si tifa nella propria casa, o in un gruppo di amici, sapendo che in realtà non si è soli, quelli al piano di sopra stanno forse facendo la stessa cosa e al gol degli azzurri si sente l’esultanza di intere palazzine. I caroselli a fine partita ci ricordano che siamo tutti italiani e che alla fine siamo orgogliosi di esserlo.