Moviola in campo. Finiranno gli alibi dei perdenti?

pirloJoseph Blatter, numero uno della Fifa, apre alla moviola in campo: “Daremo più aiuto agli arbitri e più giustizia ai risultati. Concederemo agli allenatori due ‘chiamate tecniche’ per tempo, ma solo a gioco fermo. L’arbitro visionerà il monitor per controllare la decisione“. Ora diranno tutti quanti “finalmente“. Ma come faranno se non potranno più protestare per un rigore netto non dato per fallo di Pirlo in Juve-Torino perchè Conte ha già chiesto la moviola che ha concesso il rigore per il fallo su Llorente (avvenuto prima) e la Juve è già sul 2 a 0?

Sarà veramente più difficile trovare una giustificazione alle loro sconfitte? Vorrebbe dire la fine di ogni polemica? Finalmente a fine campionato ci saranno solo applausi per i vincenti. Oppure chi non sa perdere si inventerà nuove scuse? Come già avevamo detto nell’articolo sui mondiali, addirittura si critica la tecnologia di questo mondiale sul gol/non gol, “come fidarci della tecnologia?“, “io l’ho vista fuori“. Figuriamoci se rivedendo un rigore saremo tutti d’accordo, lì l’interpretazione conta molto di più che su una palla entrata o meno.

Inoltre i fuorigioco non saranno inclusi nella moviola quindi il gol del Chievo non sarebbe stato dato comunque, e quindi le polemiche verteranno su quello.

Da parte mia spero che mettano tutto ciò che serve a dare meno alibi possibili a chi non sa perdere, pur sapendo che chi non sa perdere troverà sempre nuovi stupidi alibi pur di non ammettere di essere meno forte. E magari ci guadagniamo anche qualche punto noi, visto che quest’anno abbiamo dimostrato come, nella lotta scudetto, gli aiutini sono stati di più quelli dei nostri avversari.

Eliminazione dell’Italia al mondiale: la sagra delle banalità

azzurriSociologi illustri – dal Brasile alla Germania – si sono cimentati con il football. E basterebbe leggerli per capire che quella che sta andando in onda sui nostri media dopo Italia-Uruguay è una vera sagra del luogo comune, della banalità e della sciocchezza. Esaminerò cinque tesi ripetute fino alla noia in questi giorni: tutte false, tutti luoghi comuni banali e infondati.

1. «Il calcio in Italia è in crisi perché i tifosi sono violenti»
È una bruttissima cosa che, mentre la nazionale perdeva la sua partita, un tifoso napoletano stesse morendo, e ci sono mille buone ragioni per affrontare seriamente il nodo della violenza che ruota intorno al calcio. Ma non è vero che questa c’entra qualcosa con i risultati dell’Italia. Sociologi dello sport come l’olandese Ramón Spaij, lo svedese Martin Alsiö e il britannico Richard Giulianotti hanno compilato tabelle sulla violenza calcistica, dando un peso preponderante ai morti ammazzati. Al primo posto in questa tragica classifica c’è l’Argentina e al secondo il Brasile. Occupano buone, cioè cattive, posizioni anche il Messico e la Nigeria, tutti Paesi le cui nazionali stanno facendo bene al mondiale. Sarà brutto dirlo, ma la violenza intorno al calcio non sembra incidere sui risultati. Va stroncata perché è una tragedia inumana e assurda. Ma non c’entra con le sconfitte della nazionale.

2. «In Italia i calciatori guadagnano troppo»
È il contrario: guadagnano troppo poco. Nella classifica di «Forbes» dei venti giocatori di calcio più pagati del mondo non c’è nessun italiano: anche il ventesimo, l’uruguayano Suarez – proprio lui, quello del morso – guadagna di più di tutti i nostri. Si potrebbe dire che i calciatori italiani guadagnano poco perché sono più scarsi: ma non sono certo che i tedeschi Schweinsteiger e Lahm siano più forti di Pirlo, eppure – a credere al bene informato «Forbes», che somma ingaggi e sponsorizzazioni – rispetto al nostro centrocampista Lahm guadagna il triplo e Schweinsteiger un po’ più del triplo. Inoltre, nessuno dei venti giocatori più pagati al mondo gioca nel campionato italiano, il che rende le nostre squadre poco competitive nelle coppe europee, così che anche gli italiani che vi giocano hanno meno occasione di fare esperienze internazionali ad alto livello. Sempre secondo «Forbes» il monte ingaggi del Real Madrid e del Barcellona è quattro volte quello della Juventus, quello del Bayern Monaco è più del doppio. Anche chi allena in Italia è pagato meno di chi allena in Spagna, Inghilterra, Germania o in una squadra di vertice francese. Ed è retorica stucchevole sentire che ora va ingaggiato un allenatore della nazionale che costi poco. Se costa poco, varrà poco, il che è vero nel calcio come in ogni altro business – posto che il calcio è un business e ha smesso da decenni di essere un gioco. Un’altra autentica fesseria è che il calcio «dovrebbe pagare le tasse». Le nostre squadre pagano il doppio delle tasse rispetto a quelle spagnole. I risultati si vedono.

3. «In Italia giocano troppi stranieri»
Leggiamo la stessa argomentazione sui media dell’Inghilterra, nostra compagna di sventura e di eliminazione al mondiale. Secondo la maggiore agenzia di statistiche sportive del mondo, la OPTA, che non conta i tesserati ma i minuti giocati da stranieri nei campionati nazionali, il dato inglese è in effetti spettacolare: in Premier League i minuti giocati da calciatori inglesi sono solo il 32,3% del totale. Anche in Italia i minuti giocati da calciatori italiani sono meno della metà del totale – 45,4% – ma non siamo sostanzialmente lontani dal campionato tedesco (50%) e da quello francese (51,1%), eppure le nazionali tedesca e francese stanno andando molto meglio della nostra al mondiale. Quanto al monte ingaggi riservato a calciatori stranieri, la Spagna è al primo posto nel mondo. Infatti la Spagna ha toppato malamente il mondiale, dirà qualcuno. Senonché la percentuale di calciatori spagnoli che giocano nel maggiore campionato in Spagna non è diminuita, è aumentata rispetto a sei, quattro e due anni fa, quando la Spagna vinceva due europei e un mondiale. Può darsi che l’Inghilterra – che però in campo internazionale, salvo giocare in casa, ha sempre vinto poco – sia un caso estremo, ma la verità è che non importa tanto la quantità dei giocatori stranieri in un campionato ma la loro qualità. Giocando a fianco di Messi nel Barcellona o di Ribery nel Bayern Monaco si impara, giocando insieme a certi bidoni stranieri che popolano il nostro campionato non si ha nessuna occasione per migliorare. Ma noi importiamo più bidoni che campioni non per dabbenaggine, ma perché paghiamo meno degli altri principali campionati europei, il che ci riporta al punto precedente.

4. «In Italia non c’è vivaio»
La maggiore competizione giovanile del mondo è certamente il Campionato europeo Under 21. L’Italia è arrivata in finale nell’ultima edizione – perdendo con la Spagna. Anche nell’ultimo europeo Under 17 siamo arrivati in finale, perdendo solo ai calci di rigore con la Russia. Risultati alla mano, non sembra che i nostri vivai siano così scarsi. Semmai, rispetto a Francia, Germania e altri abbiamo una palla al piede burocratica. Questi Paesi sono rapidissimi nel concedere un passaporto ai giovani stranieri che si sono formati nelle squadre giovanili dei loro club. Noi no. Campioncini che sono stati allevati fin dall’età di quattordici o sedici anni dalle nostre società mantengono la nazionalità del Paese dove sono nati, e non esiste nessuna politica che permetta di fare seriamente e rapidamente eccezione alle regole generali per gli sportivi. Altrove c’è, e non si tratta di semplice furbizia. Se un giovane senegalese o argentino arriva in Italia a quattordici anni – ma talora arriva anche prima – e un nostro club si assume tutti gli oneri della sua formazione sportiva e scolastica non è evidente che debba poi giocare per la nazionale del Paese dov’è nato anziché per la nostra. Diamo la cittadinanza a vecchi giocatori spompati, ma non abbiamo nulla di simile alla politica che Francia e Germania adottano per i giovani calciatori nati all’estero, «naturalizzati» in tempi da record.

5. «In Italia ci lamentiamo sempre degli arbitri»
C’è del vero, ma – a parte il fatto che le nefandezze dell’arbitro di Italia-Uruguay hanno indotto agenzie di scommesse internazionali a restituire il denaro agli scommettitori, ed è una cosa che non si fa alla leggera -, basta leggere la stampa tedesca o francese per vedere come gli arbitri responsabili di qualche torto siano messi in croce, e si studi chi sarà l’arbitro anche preventivamente, alla ricerca di torti passati. È giusto dare la colpa anzitutto a noi stessi e solo dopo agli arbitri, ma il pessimo arbitraggio di Italia Uruguay richiama un problema più generale. L’Italia ha vinto quattro mondiali e il suo resta nonostante tutto uno fra i cinque campionati più seguiti al mondo, ma la nostra federazione non conta niente. Ci danno un pessimo girone, ci fanno giocare a ore assurde e ci mandano gli arbitri peggiori. E non è la prima volta che succede. Il nostro governo calcistico purtroppo conta nel mondo come il nostro governo nazionale (l’India e i marò insegnano). Solo in questo senso è giusto guardare all’arbitro, che è la punta dell’iceberg della nostra irrilevanza sportiva e politica. E dire che una volta contavamo.

Fonte: La Bussola Quotidiana

Stefano Sturaro, gioiellino dal futuro bianconero

sturaroLe prestazioni sfoderate la scorsa stagione con il Genoa hanno inevitabilmente attirato le attenzioni delle big italiane. Dopo essere stato a lungo seguito dalla Roma, la Juventus ha trovato l’accordo con Preziosi per il talento sanremese classe 1993 Stefano Sturaro. Un colpo in prospettiva di un certo livello, stiamo parlando di un giocatore di appena 21 anni ma che ha già dimostrato di poter tranquillamente giocare nella massima categoria. Dopo 4 anni nelle giovanili del Grifone e una stagione in prima squadra senza presenze in gare ufficiali, ecco l’esperienza in prestito al Modena nel 2012. Un’annata per lui incolore, così nell’agosto del 2013 c’è il ritorno alla base: un exploit che raggiunge il culmine il 2 marzo del 2014, giorno del suo primo gol in serie A (alla sesta presenza), contro il Catania (diagonale incrociato dai 16 metri che non lascia scampo ad Andujar). Il 20 marzo ecco il rinnovo fino al 2019, ieri il summit tra rossoblu e bianconeri che ha scritto una pagina prestigiosa del suo futuro: la Juve sborserà circa 5 milioni più bonus e lo lascerà a disposizione di Gasperini per un’ulteriore stagione. Un acquisto intelligente, a testimonianza del fatto che a Torino si comincia a programmare seriamente il futuro.

Fonte: Alfredopedulla.com

Suarez quattro mesi di squalifica

suarezQuattro mesi lontano da ogni competizione (salterà anche la Premier League) e le 9 gare internazionali. Luis Suarez è stato squalificato con la prova tv per il morso dato a Giorgio Chiellini durante Italia-Uruguay (al 35′ della ripresa), terza gara del Gruppo D del Mondiale in Brasile. Addio Mondiale e, con ogni probabilità, addio anche al ventilato trasferimento al Barcellona. Una punizione durissima per la punta sudamericana che perde il Mondiale, la ribalta internazionale e incassa un brutto colpo per la propria reputazione, già messa in discussione in passato per episodi simili e divenuta oggetto di scherno per l’ironia feroce della Rete. La decisione presa dalla Commissione Disciplinare della Fifa non è stata semplice, tanto da posticiparla ancora di qualche ora rispetto al previsto: a Rio de Janeiro, nel quartier generale della Federazione internazionale, il presidente Sulser (svizzero) e i nove membri chiamati a valutare il procedimento aperto nei confronti dell’attaccante sudamericano sono rimasti riuniti in camera di consiglio a lungo.

José Mujica, Presidente dell’Uruguay: “Non c’è stato alcun morso”

Suarez, che non è comparso dinanzi alla commissione giudicante, ha ricevuto il pieno sostegno della Auf (la Federcalcio uruguaiana) con il presidente Wilmar Valdez che, oltre a negare l’episodio, ha suffragato la memoria difensiva con la mancanza di “prove sufficienti” a condannare il calciatore. “Se ci fosse stato un fatto grave, l’arbitro dovrebbe averlo visto e questo non è successo”, ha aggiunto il numero uno del calcio ‘Celeste’. E c’è stato anche chi ha avanzato la possibilità che i segni del morso sulla spalla di Chiellini fossero frutto di un abile ritocco eseguito con photoshop. Lugano, bandiera della nazionale uruguagia, ha accusato il difensore Azzurro di mentire tacciandolo di anti-sportività (per non aver saputo accettare il verdetto del campo) e atteggiamenti provocatori. Il Presidente dell’Uruguay, José Mujica, ha aggiunto in difesa del bomber: “Non ho visto Luis Suárez mordere nessuno. Si danno così tanti calci e botte, di solito non è un problema”.

Suarez: morsi, testate e una squalifica per razzismo

‘Cannibale’ in area di rigore, sotto porta perché azzanna la palla e fa gol. ‘Cannibale’, per gli utenti dei Social Network, che lo hanno trasformato in fenomeno mediatico trasfigurandolo nei personaggi più fantasiosi del mondo dell’horror. A confronto ‘Dracula’ Moreno – l’arbitro che assomiglia al Conte vampiro e contestato dagli Azzurri per l’espulsione di Marchisio – è uno scherzo… In Norvegia c’è stata addirittura un’agenzia di scommesse che ha bancato a quote allettanti per gli appassionati della ‘bolletta’ il morso di Suarez all’avversario. Già, perché la punta dell’Uruguay e del Liverpool non è nuova a gesti del genere: nel 2010, ai tempi della sua avventura con la maglia dell’Ajax nella Eredivisie olandese, diede un morso sul collo a Bakkal del Psv Eindhoven e pagò con 8 giornate di squalifica; nel 2013, durante un match della Premier League tra i reds e il Chelsea, addentò il braccio di Ivanovic e incassò ben 10 giornate di squalifica per la severità della Football Association inglese. Da aprile a settembre di quell’anno Suarez restò fuori dal campo: nonostante tutto, nella stagione 2013/2014 ha conquistato il titolo di capocannoniere con 31 gol e la Scarpa d’Oro (assieme a Cristiano Ronaldo del Real Madrid) per il maggior numero di reti segnate in un campionato. Quanto basta per scatenare l’asta di mercato tra Barcellona e Real Madrid per assicurarsi il giocatore.

Suarez e gli insulti razzisti a Patrice Evrà. Otto giornate di squalifica, una multa di 40 mila sterline: fu questa la sanzione inflittagli per gli insulti razzisti rivolti al calciatore del Manchester United, Patrice Evra, durante una gara giocata nell’ottobre del 2011. Dopo uno scontro di gioco, quando il calciatore dei red devils, gli chiese spiegazioni per quell’entrata così dura Suarez rispose “perché sei negro”. Alle proteste di Evra aggiunse “io non parlo coi negri”. E quella parola, negro, el pistolero del Liverpool la pronunciò per sette volte spingendo Evra a denunciarlo pubblicamente in un’intervista all’emittente francese, Canal Plus. A gennaio del 2012 arrivò la maxi squalifica per l’attaccante uruguaiano.

Fonte: Calcio.Fanpage.it

La Roma mette gli occhi su Suarez

suarez2Walter Sabatini annusa aria di affare e si butta su Suarez. A convincere il ds della Roma è stato l’ultimo morso del giocatore uruguaiano, questo non solo può far si che il prezzo dell’attaccante del Liverpool possa scendere notevoltemente permettendo che la Roma possa arrivare al giocatore, ma soprattutto ha fatto vedere che l’uruguaiano non ha perso il vizio del morso, e proprio questo manca alla squadra giallorossa.

L’affare potrebbe essere vicino, soprattutto se Suarez dovesse incorrere in una squalifica. La Roma da tempo monitorava il giocatore, ma era difficile arrivarci a causa del prezzo di acquisto molto alto. Questo ultimo gesto non solo rende possibile l’acquisto da parte della squadra di Garcia, ma rende ancora più appetibile il giocatore.

L’attenzione sul giocatore era stata posta già nel novembre del 2010 quando morde il centrocampista del PSV, Otman Bakkal. Nel 2013 quando morde Ivanovic al braccio a Roma scompare ogni indugio, è l’attaccante che serve alla squadra, sono certi che è quello giusto, ma il prezzo è troppo alto.

Oggi finalmente sembra poterci essere l’occasione giusta, e la pista Suarez è aperta più che mai. Così la squadra sarebbe al completo: la Roma ha già Destro, il pugile della squadra, Totti, abile un po’ in tutto soprattutto però nello sputo al bersaglio e nel calcio da dietro e infine De Rossi, lo specialista nelle gomitate. Aggiungere a questi lo specialista del morso chiaramente renderebbe la squadra praticamente perfetta.

Sabatini è al lavoro…

Se solo ci fosse stato Totti…

tottiSappiamo tutti alla fine qual è stato il vero problema di questo mondiale. Arbitro? Sfortuna? Poca attenzione? Prandelli ha sbagliato la formazione? Poca sicurezza? A Roma sanno bene cosa è mancato, la luce: Francesco Totti.

Con Totti in mezzo al campo sarebbe stata una partita diversa, lui si che avrebbe continuato a correre sotto il caldo della partita con il Costarica, ci voleva un giocatore giovane in grado di poter dare un certo dinamismo. Ci ricordiamo tutti come riusciva a correre dietro Balotelli in una Coppa Italia di qualche anno fa. Con la sua età sarebbe stata sicuramente un’energia importante.

E anche contro l’Uruguay sarebbe stato sicuramente il migliore a poter rispondere ai colpi di Suarez, le sue armi sono tante: sputi, calci e gomitate. Con lui avremmo avuto sicuramente un asso nella manica.

Italia fuori: che amarezza

suarezIl primo pensiero che ci viene in testa è lo stesso dell’eliminazione con i turchi del Galatasaray in Champions League “ma io dico, evitare di arrivare a questo punto vincendo ciò che è più semplice è veramente un crimine?“.

Il secondo pensiero è “ma quest’arbitro che si chiama Moreno, era quello della Corea mascherato?“. Onestamente c’era un rigore per l’Uruguay ma poi espulsione inventata di Marchisio cambia la gara, senza parlare del morso di Suarez.

Tiriamo le somme. Un Italia che alla fine paga l’errore di sempre, svegliarsi sempre quando c’è il pericolo. E a quel punto la partita non si sa mai come può andare. A me è piaciuta questa Italia, al di là dei flop come quelli di Balotelli, era un Italia che poteva crescere come ha fatto con Veratti in questa partita, stava trovando i suoi protagonisti.

Terzo pensiero è, “ma siamo veramente sicuri che gli arbitri italiani siano così negativi? Dopo aver visto quelli dei mondiali, ma come ci viene il coraggio di dire che ci siano complotti in Italia, qui in Brasile cosa c’è allora? Un super sistemone, altro che Moggi”.

Di qui nasce il quarto pensiero, ma possibile che proprio quelli che in campionato gridano al complotto, che hanno inventato che nell’ultimo campionato la Juve ha avuto diversi aiutini, ma possibile che proprio loro ora dicano di non prendersela con l’arbitro? Possibile che proprio loro che non riconoscono i demeriti della propria squadra di club, ora dicono che questa Italia non sa giocare?

Noi rimaniamo coerenti, nessun complotto, la colpa è degli azzurri, dovevano svegliarsi prima, ma oggi possiamo dire che è stata una partita sfortunata e che si esce con l’amaro in bocca.

Il quinto pensiero è per gli “italiani” chi festeggiano per l’eliminazione dell’Italia, ma qui meglio non svelare il mio pensiero, potrebbe sembrare un po’ troppo duro.

Oh no, non sbagliano solo in Serie A? Complotto?

arbitrogiapponeseArbitri che inventano rigori, guardalinee che sventolano offside immaginari, allenatori che si infuriano e dicono “Non giochiamo più“. E’ il Mondiale, ma sembra la Serie A”. Inizia così un’articolo di Repubblica sul mondiale in corso.

Ogni volta che ci mettiamo davanti la tv per seguire il mondiale scopriamo costantemente che i nostri arbitri alla fine sono tra i migliori, in serie A gridiamo al complotto per molto meno di quel che succede ai mondiali. Ogni volta è così a ogni mondiale per poi dimenticarlo subito tornati in Italia.

Si inizia con il rigore dato al Brasile. Vi immaginate un rigore del genere dato alla Juventus? Cosa sarebbe successo? Probabilmente ci sarebbe stata qualche interrogazione parlamentare.

Tappa n.2 Messico-Camerun, due gol regolari annullati al Messico. Come ha fatto spesso la Juve quest’anno, il Messico ha dimostrato che si può vincere comunque.

Per chi a questo punto è pronto a ripartire “la moviola in campo, l’ho sempre detto” (personalmente sono anche d’accordo), non è che risolva sempre le cose, almeno a livello di polemiche, e si vede chiaramente dal gol/non gol di Benzema, Francia-Honduras, l’arbitro assegna,  e il nuovo dispositivo elettronico conferma il gol. Tutto finito? Mah io sento i telecronisti Sky continuare a interrogarsi se era dentro o fuori. Massimo Zampini, in un articolo dedicato a questo gol/non gol, riporta alcuni commenti su Twitter “sarà, ma a me sembrava fuori; e chi controlla il dispositivo e i sensori? Un conto è rivedere le immagini, come nel basket: altra cosa fidarsi di una riproduzione elettronica, gestita e organizzata da chissà chi“.

Come vedete le polemiche non si spengono con qualcosa di netto chiaro: la palla o è entrata o no, non ci sono interpretazioni. Immaginiamo ora un replay di un calcio di rigore, lì c’è l’interpretazione, il fallo di mano è volontario o meno? Se i giudizi già ora sono completamente diversi ai vari processi delle moviole, dopo aver rivisto l’azione più e più volte, perchè magicamente l’arbitro con la moviola in campo dovrebbe capire subito se è rigore o no? Figuratevi che ancora oggi sul rigore che è sembrato a tutti inesistente, quello del Brasile, il capo del settore arbitrale Fifa Massimo Busacca ha commentato “Il contatto tra Lovren e Fred c’è stato“.

La magia azzurra

azzurriCi sono cose difficili da spiegare. Questa sera gioca l’Italia e tifoserie diverse che si sono fatte la guerra sino adesso si troveranno a tifare gli stessi colori. Questa cosa alcuni tifosi non riescono proprio a comprenderla e quindi tifano solo la squadra di club “è incoerenti ammazzarsi durante l’anno e poi fare finta che tutte queste divisioni non ci siano“.

Cosa porta me a festeggiare per un gol di De Rossi, di Candreva o di un non simpaticissimo Balotelli? Io sono il re dell’ipocrisia in questo senso: cosa mi ha portato nel 2006 ad urlare il nome di Totti insieme a Caressa, a me che Totti è sempre stato antipatico, io che di giallorosso non ci compro neanche i giochi o i vestiti di mio figlio?

E’ la magia dell’azzurro, sono quelle cose che non si possono solo spiegare a parole perchè si perderebbe gran parte della magia. Quando quei giocatori hanno la maglia azzurra giocano per l’Italia, punto. Non importa più la squadra di appartenenza e fa anche piacere per una volta tifare tutti insieme.

Se devo essere sincero di questo ne sono anche orgoglioso, questo fa vedere come il calcio alla fine è un gioco e unisce. Ognuno tifa la propria squadra e questo non cambia, ma arriva il momento in cui in una stessa stanza  si vedono uno juventino, un’interista, un milanista, un romanista e un laziale per festeggiare un gol di Insigne, questo è un bell’esempio di sport.

Particolarità del calcio, vogliamo chiamarle ipocrisie? Io le chiamo magie, ci massacriamo durante l’anno, ma una passione ci lega ed è la passione per il gioco, che va al di là delle diatribe sportive, e allora si esce per strada e si trovano bandiere ai balconi, si tifa nella propria casa, o in un gruppo di amici, sapendo che in realtà non si è soli, quelli al piano di sopra stanno forse facendo la stessa cosa e al gol degli azzurri si sente l’esultanza di intere palazzine. I caroselli a fine partita ci ricordano che siamo tutti italiani e che alla fine siamo orgogliosi di esserlo.

Scommesse vinte

marottaIeri vi abbiamo parlato di un articolo della Gazzetta che rivisto oggi faceva un po’ ridere, perché poi la realtà lo ha smentito a tal punto da renderlo comico. Ora invece è arrivato il momento di presentare un articolo che ha fatto tutto il contrario, che è stato totalmente confermato, chiaramente non può che essere di questo nostro blog.

L’articolo è del 20 Gennaio del 2011, ha come protagonista Beppe Marotta, un Marotta ampiamente criticato, perché era venuto in estate e si pensava che potesse rivoltare la squadra e farne subito una ferrari. In realtà la juve arranca, e quell’anno con Luigi Del Neri alla guida arriverà al settimo posto fuori da ogni competizione europea.

Il problema dei critici del calcio è che in realtà si fanno trasportare dall’emotività del momento, non si vedono i progetti, si vedono e commentano solo i risultati. Marotta arrivò a calciomercato già iniziato, lui che prepara i colpi dall’anno precedente già è partito penalizzato, si trova giocatori sottovalutati e sovrapagati. Difficile comprare ma soprattutto difficile vendere.

L’obiettivo di ogni mercato è fare pochi colpi ma buoni, semplice da dire quando si ha una squadra già su cui puntare e non bisogna ricostruire tutto da capo. Qui Marotta aveva da rifare tutta una squadra e quando è così c’è fretta. Fretta di chiudere in modo che i reparti siano completi, e quando si ha fretta non si fanno gli affari. Marotta quell’estate aveva fatto proprio questo, mettere le basi, e bastava poco per vederlo, aveva creato una squadra di buoni giocatori, con qualche errore e con qualche grossa scoperta.

Chiudevamo l’articolo predicando pazienza “quest’anno si mettono le basi, il prossimo anno si sale di livello, finalmente la Juve ha un progetto“.  La nostra scommessa è stata vinta, anche se devo ammettere, che non mi aspettavo così presto.

In realtà solo 7 giorni più tardi Beppe Marotta prese a 500.000 euro Andrea Barzagli. Il giocatore approdò a Torino praticamente gratis, nell’indifferenza della maggior parte dei tifosi bianconeri e dei critici, e sarà il difensore cardine, sul quale la Juve ha potuto contare in tutti i momenti, il difensore la cui assenza peserà maggiormente quando sarà costretto a stare lontano dal terreno di gioco.

Poi arriva l’estate dei fuochi d’artificio, Andrea Pirlo a parametro zero nel maggio del 2011, tra le critiche di chi pensava che il nazionale italiano era un po’ troppo avanti con l’età. Sarà il centrocampista più determinante nelle vittorie di questi tre anni.

1 luglio del 2011 Stephan Lichtsteiner il giocatore preso dalla Lazio per 10 milioni ha ripagato con le sue prestazioni i tifosi della Juve.

Non è finita qui, 22 Luglio 2011 arriva un certo Arturo Vidal. Quanto è costato? 12 milioni. Un affare? Che ne dite?

1 agosto 2011 Mirko Vucinic approda a Torino. Sarà tra i protagonisti del primo scudetto conquistato da Conte

Il 25 Agosto 2011 arriverà invece Emanuele Giaccherini, che farà presto breccia nei cuori dei tifosi bianconeri.

Che ne dite? Quell’anno la Juve riuscirà nell’impresa e guidata da Antonio Conte conquisterà il tricolore. Passiamo al 2012

Il 21 Giugno 2012, inizia riportando a casa il gioiellino Sebastian Giovinco.

2 Luglio del 2012 Kwadwo Asamoah e Mauricio Isla, se il secondo non ha avuto tutta questa importanza nei campionati a seguire, il ghanese è stato uno dei punti fermi di Antonio Conte.

Il 3 agosto del 2012 arriva a parametro zero un certo Paul Pogba, un giocatore che adesso ha un valore che oscilla tra i 50 e i 70 milioni.

Passiamo all’ultima estate di calciomercato. Che inizia con il botto, a parametro zero viene preso Fernando Llorente, ha concluso la stagione attuale con 16 reti.

Nel Giugno del 2013 Carlos Tévez, giocatore che ha stravolto l’attacco bianconero. 19 i gol realizzati in campionato. Una potenza, una grinta che in pochi avevano previsto. I colpi andando avanti con gli anni diminuiscono di numero ma aumentano di qualità. I nuovi attaccanti arrivati, costati complessivamente 9 milioni diventato titolari inamovibili e regalano alla Juve uno scudetto meritatissimo.

I fatti hanno dimostrato che avevamo ragione, Marotta è un grande direttore sportivo, e siamo orgogliosi che sia alla Juventus.