Non avendo avvistato clienti pronti a spendere trenta milioni di euro, in banconote, la Juve non perde di vista la bottega Fiorentina, che in vetrina ha sempre Stevan Jovetic. Semmai il club viola cambiasse la politica dei pagamenti, accettando anche carte di credito (in giocatori), l’ad bianconero Beppe Marotta e il ds Fabio Paratici sarebbero pronti a bussare di nuovo. Anzi, hanno già pronta una nuova offerta: Luca Marrone, Fabio Quagliarella e la metà del cartellino di Mauricio Isla, più una quietanza in contanti, sulla quale discutere. Informalmente, tra i tre e i cinque milioni. Senza quel prendere o lasciare che rende impervio qualsiasi affare.
Non avendo avvistato clienti pronti a spendere trenta milioni di euro, in banconote, la Juve non perde di vista la bottega Fiorentina, che in vetrina ha sempre Stevan Jovetic. Semmai il club viola cambiasse la politica dei pagamenti, accettando anche carte di credito (in giocatori), l’ad bianconero Beppe Marotta e il ds Fabio Paratici sarebbero pronti a bussare di nuovo. Anzi, hanno già pronta una nuova offerta: Luca Marrone, Fabio Quagliarella e la metà del cartellino di Mauricio Isla, più una quietanza in contanti, sulla quale discutere. Informalmente, tra i tre e i cinque milioni. Senza quel prendere o lasciare che rende impervio qualsiasi affare.
Sui trenta milioni cash, la Juve è stata insistente quasi come la Fiorentina nel richiederli: mai e poi mai li darà. Da parte bianconera però, il valore del baratto proposto sarebbe pure superiore al prezzo pieno, se la società così valuta i propri pezzi: una decina di milioni ciascuno Marrone e Quagliarella, e siamo a venti, sui sette la metà di Isla, come ben sa l’Inter, il resto da liquidarsi in denaro. Se poi la quotazione risultasse approssimata per eccesso, come può succedere quando ci si scambia giocatori, da Torino pare molto generoso anche il prezzo di Jovetic. Restano tutte intenzioni però, finché la Fiorentina, anzi, i Della Valle, non cambieranno idea: ovvero, dando mandato ai dirigenti di commerciare l’attaccante montenegrino anche dietro altre forme di pagamento. Questione di proprietà più che di strategia manageriale, se l’altro giorno l’ad Sandro Mencucci aveva socchiuso la porta della boutique, finora serrata: «Pecunia non olet», il denaro non ha odore. Come dire, che il bonifico arrivi dall’Inghilterra o dalla Juve non farebbe grande differenza. Per il boss sì: «Dal punto di vista finanziario non ci sono preclusioni per nessuno – ha spiegato Mencucci – anche se la famiglia Della Valle non sarebbe molto contenta e forse avrebbe qualcosa da ridire». Figurarsi poi se l’incasso per la punta, invece che in quattrini, fosse in merce, seppure in parte.
Per questo, a casa Juve hanno il forte e legittimo sospetto che la Fiorentina abbia già pronto l’acquirente per Jovetic, con domicilio oltre la Manica. Solo che nessuno, tra Arsenal, Chelsea e Manchester City, ha finora offerto trenta milioni. Così, come ogni mercante farebbe, si sta cercando il miglior offerente. Alla peggio, Jovetic verrà esportato in Premier, per un importo sui 25 milioni di euro. Lontano dagli occhi lontano dal cuore, per chi nella Juve vede ancora il nemico e non solo l’avversario. A meno che, come s’augura Marotta, Jo Jo, e il suo attivissimo procuratore, Fali Ramadani, non continuino nella linea politica fin qui tracciata: «Voglio andare alla Juve». Con cui c’è da tempo un accordo, e non è un dettaglio.
Nel frattempo, già comprati Tevez e Llorente, Marotta si potrà evitare il frenetico shopping di altre stagioni, quando era costretto ad entrare in ogni negozio, prima che le serrande s’abbassassero. Stavolta, è davvero questione della ciliegia, o ciliegiona, perché con i due attaccanti, Ogbonna (in settimana) e un esterno, la torta sarà comunque molto buona.
Fonte: La Stampa