Tommasi sul caso Amauri

Damiano Tommasi

Il presidente dell’AIC, Damiano Tommasi da calciatore era sicuramente pienamente ammirato da tifosi e avversari. Questo per il suo comportamento sempre corretto, ma ora ha deciso di fare il paladino di chi ha contratti tali che di certo non abbisogna di sostegno. Come al solito questo blog parla in genere di calcio e basta, ma di fronte all’ennesima esternazione su questo tema meglio chiarire. Andiamo alla dichiarazione di Tommasi che commentando la situazione di Amauri dice: “Il comportamento della Juve non è accettabile, il nostro compito è dare battaglia per evitare che sia codificato nel nuovo contratto. Per il resto siamo in contatto con Amauri da tempo. Una situazione al limite, ci sono i presupposti perchè non sia lecita, certo, ma non possiamo fare una battaglia al posto suo. Se a lui sta bene così, non possiamo entrarci. E allenarsi con la Primavera al momento è il male minore”.

A mio modo di vedere qui se c’è una vittima è la Juve, una vittima che di certo si è cercata questa situazione, ma pur sempre una vittima. Amauri viene pagato e di certo non come i tanti precari che ci sono in Italia, ma neanche come un dirigente di banca, guadagna e molto bene. Il giocatore italo-brasiliano era stato avvertito che rimanendo non avrebbe avuto spazio, ora mi chiedo: Damiano mio, ti ho tanto apprezzato sul campo ma mi dici cosa dovrebbe fare ora la Juve? Mettere in panchina un giocatore che non serve a nulla? Io capisco tutto, ma Amauri non è stato obbligato da nessuno a rimanere a Torino, invece di giocare ha preferito i soldi, ora la Juve glieli dà, quindi cosa vuole? Cosa dovrebbe fare una squadra? garantirgli un posto da titolare, o che altro? Se voleva veramente giocare sarebbe dovuto andare in un’altra squadra, non l’ha voluto fare lui, è nella sua libertà, ma è anche nella libertà della squadra sbatterlo in primavera. Tanto non giocherà mai quest’anno e ripeto era stato avvertito.

Caro Damiano è un giocatore che guadagna 4 milioni all’anno come minimo può lasciare che la società decida sul suo utilizzo o meno, sul modo in cui allenarlo e su come sfruttare il suo stipendiato. Non l’hanno mandato a lavorare nelle cucine, anche se sarebbe piaciuto lì a molti tifosi bianconeri, gioca sempre a calcio, solo che non è all’altezza della prima squadra. Tutto qui, nessun comportamento inaccettabile.

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