
Beppe Marotta rilascia un’intervista in esclusiva al Corriere dello Sport, il contenuto di questa intervista è riportato da TuttoJuve.com, la prima domanda è sul futuro di Del Neri: “Con il tecnico abbiamo un impegno biennale: per applicazione e professionalità, è considerato da tutti noi in termini positivi. Bisognava restituire uno spirito di gruppo alla Juve e lo ha fatto molto bene. La controprova l’abbiamo avuta con la Roma: abbiamo visto giocatori anche poco utilizzati coinvolti emotivamente nella costruzione della vittoria. Alla fine sono mancati 4-5 punti in classifica, non di più. Oggi il nostro allenatore è Delneri. Giusto poi ipotizzare scenari diversi, ma il calcio è materia affidata spesso alla sorte”.
Poi il discorso va su due dei possibili sostituti del tecnico di Aquileia, Walter Mazzarri e Luciano Spalletti. Ipotesi scansate dal dg juventino: “Mazzarri l’ho avuto e non nascondo che costruire le squadre per lui non è facile. Certo, le difficoltà le ricordo quando eravamo alla Sampdoria, con un’altra forza economica. E’ vero che prendi l’allenatore e poi fai la squadra, ma questo se non hai un parco giocatori…Se ce l’hai, di massima è l’allenatore che deve adattarsi. E la Juve può reggere qualsiasi metodo di lavoro. Poi c’è da dire che il tecnico non è l’unico artefice del destino di una squadra. Spalletti? Intanto ci tengo a chiarire che nessuno di noi ha parlato con nessuno. Per quel che so, a San Pietroburgo è come uno zar. Credo che fino a fine contratto resterà lì: un suo ritorno in Italia ora non lo vedo proprio”.
Si ritorna anche a parlare di Lucas Piazon e di come sia sfumato l’affare: “Intanto ascrivo a noi il merito di essere tra i club che hanno scoperto e trattato Piazon. Poi, torno a dire, ci sono regole etiche. Abramovich gli riconosce un ingaggio alto, mi risulta 2 milioni: darli ad un ragazzo del ’94 non mi sembra sia un sistema che costruisce valori. E poi il papà ha preferito Londra a Torino. Non siamo stati gli unici, comunque, a perdere Piazon. Magari degli altri non si sa nulla. C’era un’altra squadra italiana”.
E ancora il discorso va sui rinnovi “Buffon? Io ho parlato con Martina (agente del portiere, ndr) e lui, come noi, non ha avuto una richiesta. Gigi dovrà fare le sue valutazioni. Se vuole rimanere non abbiamo motivo di pensare al mercato. Semmai bisognerebbe ragionare sulla spalmatura e il prolungamento del contratto che scadrà nel 2013. Del Piero in scadenza? Ma quello è un discorso già definito. La stretta di mano tra Alex e il presidente Agnelli di qualche tempo fa ha sancito il rinnovo automatico. Marchisio? Sapete che oggi la volontà del giocatore fa la differenza. Marchisio ha il dna bianconero. E’ il tipo di giocatore che incarna il nostro spirito, lui quando perde piange. Non ci pensiamo proprio a privarci di lui”.
Si passa poi ai riscatti e il dg bianconero fa il punto della situazione su Quagliarella e Aquilani: “Il primo lo riscatteremo, la cifra di 10 milioni la riteniamo congrua. Il secondo all’80%. Andremo a confrontarci con il Liverpool sui 16 milioni: il rapporto è ottimo, abbiamo cominciato a discuterne”.
Altri possibili acquisti, Menez e Vucinic “Menez e Vucinic sono due giocatori molto validi. Ma potremmo ragionare solo su operazioni di scambi tecnici e non di esborso cash”.
Per quanto riguarda Pirlo invece la strada sembra spalancata: “Pirlo nei miei campetti c’è…poi vedremo”.
L’esterno brasiliano del Lione Michel Bastos interessa questo ormai non è un segreto: “Non è un mistero che su Bastos puntiamo. C’è il problema del posto da extracomunitario…”.
Diverso il discorso per i fuoriclasse del Bayern Monaco: “Robben e Ribery? 40 milioni ogni cartellino più i due stipendi. Impossibile per noi, almeno entrambi”.
Poi la domanda sugli obiettivi della prossima stagione: “Tutto sarà legato anche a quanto si rafforzeranno i competitors, ma siamo la Juve e dobbiamo per storia avere un obiettivo di altissimo livello. Scudetto o Champions”.