
L’intervento del presidente della Juventus ci voleva e come come le sue parole di incoraggiamento, e di fiducia all’ambiente, era proprio quello che era mancato alla Juve di Ciro Ferrara, una forte società dietro quando i risultati mancavano: «Sappiamo che è un momento delicato per la squadra e per tutti noi», ha detto il presidente Agnelli in conferenza stampa. «Se sono qui è per fare un po’ di chiarezza sulla situazione attuale e scacciare voci destabilizzanti che sono uscite dalle bocche di ex calciatori e personaggi non più legati al mondo della Juve».
Poi prosegue: «Attualmente la nostra rosa ha il sesto monte ingaggi in Europa. Se facciamo un’equazione salari/risultato sportivo noi saremmo sempre nei quarti di Champions. La verità è che abbiamo una macchina sportiva da 170 milioni di euro l’anno, una macchina dalle potenzialità enormi che va a benzina. Il problema è che in questa super vettura hanno messo il diesel e il motore si è inceppato. Ora teniamo presenti le tempistiche che ci vogliono per aggiustarlo». Il riferimento sembra chiaro è alla Juve ereditata, quello che spesso si scordano molti tifosi. Lo dimostra come è difficile dare via giocatori strapagati, ora Amauri è all’ordine del giorno ma quest’estate le difficoltà sono state ugualmente molte.
«Sono uscite voci di Lippi e Spalletti pronti per la Juve. Bene, è solo una minchiata. E’ inutile spingersi in fantasie di questo tipo. Io ho una fiducia totale nell’ad Marotta e nello staff tecnico, a partire da Del Neri. Noi siamo arrivati sei mesi fa: cerchiamo di ricordarci la situazione che abbiamo trovato. Eravamo reduci da una delle peggiori stagioni della nostra storia, con una serie incredibile di record negativi inanellati. La gestione patrimoniale di questa stagione è delicata perchè dobbiamo fare i conti con investimenti fatti in estate, dalla mancata qualificazione in Champions e dal fattore stadio. Quest’anno andiamo a chiudere il bilancio con una perdita significativa. Questo, però, non cambia i nostri obiettivi, ovvero costruire una squadra vincente in grado di ottenere obiettivi importanti».
«Ad agosto avevamo detto che sarebbe stato un anno difficile, anche dopo gli investimenti importanti che avevamo fatto. Ne faremo degli altri altrettanto significativi nella prossima e se il prossimo anno, di questi tempi, ci ritroveremo ancora in questa situazione, allora ci dovremo preoccupare. Per il momento, invece, sono sereno perchè eravamo consapevoli di non poter fare una stagione da scudetto».
Poi parla degli infortuni «Non li avevamo calcolati, purtroppo. Se ho scelto di diventare presidente è perchè credo in questo asset, credo nella Juve. Da tifoso mi arrabbio tantissimo quando la squadra perde, poi però il giorno dopo vado in ufficio e torno a ragionare da manager, consapevole del nostro progetto ancora in essere. Settimanalmente le opinioni nei nostri confronti cambiano: una volta siamo fenomeni, subito dopo coglioni. Si è parlato di Juve da scudetto ma noi non l’avevamo mai annunciato, noi sappiamo quali sono i nostri obiettivi e le nostre potenzialità. Serve più coerenza. Da questa situazione escono due elementi: fiducia totale nell’operato delle persone che sono arrivate quest’anno e che stanno facendo un lavoro egregio e la certezza di una programmazione nel lungo periodo. Siamo usciti dall’Europa League dopo sei pareggi, siamo usciti dalla coppa Italia e mi girano ancora le scatole come tifoso perchè io voglio sempre vincere. Poi però mi rendo conto delle potenzialità di questa società e resto tranquillo».
Sulla perdita significativa nel bilancio di quest’anno il presidente non si può sbilanciare: «Una cifra esatta non la posso dire, siamo una società quotata in borsa…». Escluso anche un aumento di capitale: «No, assolutamente». Il progetto bianconero andrà avanti anche se quest’anno non dovesse arrivare la qualificazione in Champions League: «A livello di cifre giocare in Champions e uscire al primo turno porta nelle casse di una società italiana circa 20 milioni. La perdita più grave non è tanto economica quanto di attrattività della squadra. L’impegno della famiglia c’è e c’è la nostra volontà di far bene. E questo vuol dire anche entrare in Champions League, a prescindere dalle cifre». «Del Neri può stare tranquillo come lo sono io, per ora sta facendo un egregio lavoro. La squadra deve entrare in campo e correre fino al 95′ e dare sempre tutto. Questo è l’unica cosa che chiedo. A maggio, poi, daremo una valutazione della stagione e come intervenire in quella successiva. I tifosi devono capire che mi arrabbio quando perdiamo e che voglio vincere quanto loro. A questo club tengo tantissimo».
Per chiudere sempre Calciopoli: «Le parole di Moratti mi cominciando ad annoiare. Quello che mi aspetto è avere una risposta sull’esposto che abbiamo presentato. Da questo punto di vista hanno chiesto tempo, hanno avuto tempo, si sono presi giorni, settimane, mesi: adesso una risposta ce l’aspettiamo».
La perdita, il rosso di bilancio che sarà registrato a giugno, si aggira davvero attorno ai 50-60 milioni di euro?
“Lo abbiamo già dato in un comunicato stampa: la perdita quest’anno sarà significativa“.
Appunto. Si può quantificare?
“Una perdità significativa. Siamo una società quotata in Borsa“.
Volevo chiedere un chiarimento su quel discorso del sesto monte ingaggi europeo. Questo significa che la squadra è pagata più di quello che merita?
“E’ pagata bene“.
Più di quello che merita?
“E’ pagata bene“.
Più di quello che merita?
“E’ pagata bene. La Juventus ha a disposizione un monte ingaggi che la mette al sesto posto in Europa. Direi che i giocatori della Juventus sono pagati bene. Abbiamo le possibilità. Quando uno parla, quando una ragione su cosa avete, abbiamo sicuramente a disposizione una macchina che tra retribuzioni e ammortamenti è molto importante. Poi starà alla sua abilità (riferito a Marotta, ndr) saper gestire bene queste due voci“.
Ma io volevo chiederle se l’anomalia è il monte ingaggi così alto o i risultati così bassi in rapporto al monte ingaggio…
“E’ difficile parlare di anomalia. Stiamo dicendo che noi abbiamo a disposizione una macchina importante. Quando uno chiede delle conferme su quelle che sono le disponibilità della macchina Juventus sa che ha a disposizione una macchina di prim’ordine. E questa macchina qua va fatta girare“.
Solo una cosa legata alla domanda di prima. C’è la possibilità in prospettiva di un aumento di capitale?
“Assolutamente no“.
Se disgraziatamente non arrivate quarti, che cosa succede?
“Che arriveremo dal quinto posto in giù, sostanzialmente (ride, ndr). Magari arriviamo terzi“.
Sarebbe un ulteriore danno economico…
“Adesso dobbiamo cominciare a ragionare e ad inquadrare il problema. Il giocare la Champions, partecipare al primo turno ed uscire, se uno ragiona sulle cifre, porta nelle casse di una società italiana – poi dipende anche dal paese, c’è un ragionamento di market pool – circa venti milioni. In un bilancio da 200 milioni è sicuramente una perdita che si fa sentire. Quello che però è più problematico è l’attrattività della squadra. Il partecipare o il non partecipare alla Champions non è un motivo per investire o non investire. Quando dico che c’è il mio impegno, c’è l’impegno della Famiglia, siamo qui in prima persona, abbiamo uno staff tecnico di eccellente qualità, vuol dire che c’è la volontà di far bene. Far bene vuol dire anche giocare la Champions League, per avere maggiore attrattività anche sui giocatori“.
Presidente, escludendo l’aumento di capitale, come ha detto prima – si parlava di messaggio ai tifosi -, dove si recupereranno le risorse per aggiungere la qualità di cui parlava Marotta nella seconda parte del progetto?
“Movimentando i 170 milioni tra salari e ammortamenti. C’è molto spazio lì per far bene e per muoversi. Cedendo dei giocatori, andando a generare delle plusvalenze, migliorando il monte ingaggi, abbassando l’età media. 170 milioni è una macchina importante. Quindi far girare bene questi 170 milioni“.
A questo punto della stagione lei è soddisfatto di quello che sta facendo la squadra? Se non arrivasse questo quarto posto, quindi la Champions, il suo giudizio su Delneri resterebbe immutato? Delneri non avrebbe nessuna difficoltà?
“Uscire da due manifestazioni non mi lascia soddisfatto, questo è pacifico. La Juventus deve tornare a competere con la sua tradizione quindi vuol dire confrontarsi con semifinali, arrivare in primavera competitiva. Quando uno arriva in primavera competitivo una zampata la tira. Delneri può stare assolutamento tranquillo, sono tranquillo io. Sapevamo che quest’anno sarebbe stato un anno difficile. L’ho detto prima: se l’anno prossimo avremo i problemi che abbiamo oggi, avremo un problema. Quest’anno era un anno difficile, un anno complicato, un anno da gestire a 360° e sta facendo un egregio lavoro“.
Lei ha parlato di un messaggio ai tifosi. C’è invece un messaggio da dare alla squadra? Nel senso che in questo mese di gennaio si è fermata anche la macchina dei risultati. Come si comporterà? Li ha già incontrati? Parlerà con loro?
“Alla squadra lo dico dall’inizio dell’anno: devono entrare in campo e correre fino al 95′; dare tutto e quando non ne hanno, dare un po’ di più. Questa è l’unica cosa che io chiedo sempre alla squadra. A maggio, soprattutto Marotta, farà tutte le sue valutazioni in base a quelle che sono state tutte le partite e valuteremo come intervenire per la stagione prossima, dove sappiamo che abbiamo un importante lavoro da fare“.
Lei ha detto che allo stadio ragiona da tifoso e poi il giorno dopo in ufficio deve ragionare da manager. I tifosi il giorno dopo non vanno in ufficio e non ragionano da manager. Lei pensa che potranno capire queste sue parole, questi suoi discorsi?
“Capiscono la mia passione, capiscono quanto mi arrabbio, capiscono quanto ci tengo e spero capiscono anche gli altri discorsi“.
Lei prima ha parlato degli ex amministratori, degli ex dipendenti che stanno rilasciando dichiarazioni. Qual è la situazione che l’ha infastidita di più?
“In particolare nessuna. Il motivo per il quale siamo qui è che dobbiamo dare dei messaggi chiari, a tutti quanti. A voi, in primis e ai tifosi.E quindi dovevamo fare un punto della situazione su dove siamo e dove vogliamo andare. Le opinioni corrette sono queste, le altre sono chiacchiere“.
Su Calciopoli ci sono novità? Vuole rispondere a Moratti che ha parlato di truffa?
“Moratti….questo tema mi annoia. Quello che mi aspetto è avere una risposta sull’esposto. Da questo punto di vista hanno avuto tempo, hanno chiesto tempo, hanno ragionato su 100 giorni, 200 giorni, che partivano da un momento, partivano da un altro: adesso veramente una risposta ce l’aspettiamo. Quindi questa è l’unica cosa che posso aggiungere su questo tema“.
Fonte: Tutto Sport